Lo sapevo. Io lo sapevo.
Non ho mai voluto usare il puntatore laser, alle presentazioni. La scusa ufficiale è che mi piaceva di più sentire la rassicurante inerzia del caro vecchio bastone (il "lungo arnese", come lo chiamava il suo inventore, il dottor Farnsworth). In realtà la paura è che, nell'agitazione del talk, lo avrei potuto inavvertitamente puntare sul pubblico, con effetti di questo tipo:
Russia, raggio laser al concerto
vista a rischio per 30 giovani
Inutile darmi del "vecchio stile". Vi ho salvato la vista.
PS: E pensare che da piccolo ne volevo costruire uno. Sapevo anche come fare, l'avevo letto da qualche parte (no, non Internet, non esisteva ancora... GULP!).
Bastava un rubino e un paio di specchi. La cosa divertente è che il rubino l'avevo pure trovato, ma mi mancavano gli specchi.
Pazzo incosciente.
6 commenti:
Vedi? Questo è il perché non vado ai concerti. Questo, e la paura di essere inghiottita dalla marea di gente.
E il casino.
E il caldo.
E la musica troppo alta.
Bah...
Neanche io vado ai concerti, per gli stessi motivi.
Mi sa che non andiamo agli stessi concerti.
è rassicurante sapere che non eravamo solo io e i miei amici a programmare la realizzazione di un laser...non ricordo dove avevamo trovato le "istruzioni", ma erano uguali alle tue
Io ero piu' per roba di ingegneria edile: dighe nei fiumiciattoli o capanne nel bosco :)
Tu parli di laser, ma io ti ricordo (e anche a Jack) il Cesio del laboratorio di Fisichetta... QUELLI SI' CHE ERANO PERICOLI!!
@smeagol: ora mi sono messo in testa di ritrovarle... :)
@jack: allora il ponte costruito nelle giornate di corvée era proprio il tuo campo :)
@sim: AAARGH! Me n'ero completamente dimenticato! Quanti minuti di vita avremo perso?
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