venerdì 26 marzo 2010

Spin-off, stagione 9



Dopo quasi un anno di assenza torna la rubrica Spin-off, una delle meno seguite devo dire.

Quest'oggi abbiamo Brenda, il trans del caso Marrazzo, e il suo spin-off cartaceo La Gatta del fumetto Ratman.

Ad maiora!

giovedì 25 marzo 2010

Lo so che lo sai


Palma della più stordita della settimana all'operatrice telefonica Hera (servizio gas) che alla mia richiesta di spiegazioni su come mai mi fosse arrivata da pagare una bolletta che avevo già pagato, mi recita a memoria tutta la normativa interna sulle soglie di pagamento (che non c'entravano niente) dal 2005 ad oggi. C'è voluto un po' per riportarla alla ragione.

mercoledì 24 marzo 2010

La valigia di cartone


C'era una volta un mondo diverso, un mondo fatto di emigranti con la valigia di cartone che prendevano il mare e via, a lavorare in un paese straniero per mesi, anni, senza avere la possibilità di parlare con i propri cari se non per lettera, magari facendosela leggere perché analfabeti. Tali famiglie sopravvivevano, si ricongiungevano e la vita continuava.

Penso a questo, e alla sensazione di straniamento e di solitudine che provo ora, dopo una sola settimana di vita da solo, nonostante la mia Picciula non sia in Australia ma a Brescia, che la sento e la vedo sempre via skype e al telefono, e penso a quante palle avevano quelli di cent'anni fa, rispetto a noi ora. Ma non riesco comunque a togliermi dalla mente la sensazione che ogni sera passata senza di lei sia... sprecata.

martedì 9 marzo 2010

Il monte Fumaiolo, parte venticinquesima


Su "A" Alena Seredova e Buffon
«Secondo voi ci lasciamo?»
Il gossip li descrive sull’orlo della separazione. Loro annunciano: «Ci sposiamo»


Rispondo io rispondo io!

"E chi se ne frega!"

sabato 6 marzo 2010

Io non voterò


Via libera per legge alla lista di Formigoni e del Pdl a Roma
Bersani: "Un trucco". Di Pietro: "Dobbiamo scendere in piazza"

Liste, varato il dl. Opposizione in rivolta
Via libera del Colle: interpreta la legge


Mai più. Non serve.

mercoledì 3 marzo 2010

La linea morta


Io sono un tipo ansioso.

Un po' ci sto venendo a patti, con questa mia condizione. In questi anni di dottorato, facendo presentazioni un po' in tutto il mondo, sono riuscito a ridurre le ore di blocco della digestione pre-talk da 48 a circa 1 e mezza.

La condizione di ansioso, qualunque ansioso lo sa, è comunque impossibile da debellare, non meno di quanto si possa riuscire a farsi crescere un terzo occhio dietro la testa: le coincidenze treno-treno devono essere almeno di 45 minuti, quelle aereo-aereo meglio se sopra le 7 ore, i documenti da presentare per una qualsiasi cosa nella mia mente devono essere consegnati settimane prima della deadline - poi non ci riesco mai, ma questo è un altro discorso.

Conosco persone che all'estremo opposto, sono rilassate nei confronti della vita: "sì vabbè, abbiamo 15 minuti per l'altro treno, ci andiamo a prendere un caffè no? sì, vabbè siamo al binario 1 e l'altro treno parte dal binario 27, tanto sarà lì in fondo no? come dici? a Roma Termini i binari dal 27 al 31 sono in un piazzale diverso a più di mezzo chilometro di distanza? e vabbè, allora andiamo a prenderci sto caffè o no?"

Poi c'è Schifani. Uno che dà un nuovo significato alla parola "deadline", un significato al quale sono sicuro che l'architetto che ha inventato la parola deadline non pensava. Uno che si augura che

prevalga sempre, nel rispetto delle regole, la sostanza rispetto alla forma, quando la forma non è essenziale.

La deadline, nell'accezione schifosa (intesa come "di Schifani". Ehi, solo pochi eletti hanno conseguito il diritto di avere un aggettivo personale: "felliniano", "zapatista", "schifoso"), è un suggerimento, un inessenziale orpello normativo ad un'essenziale presenza della sua propria lista alle elezioni. Non è proprio una "linea morta", quella di Schifani, diciamo che dorme, è assorta nei propri pensieri, reagisce poco.

Perché se la deadline fosse davvero "dead", sarebbe impossibile

che possa essere garantito il sacrosanto diritto di voto che dalla Costituzione è previsto per tutti i cittadini.

In questo caso la deadline - cattiva! - risorgerebbe dalla propria tomba ed agguerrita come una tigre andrebbe casa per casa a legare alle sedie tutti gli elettori del Pdl, nessuno escluso, impedendogli di andare alle urne.

Sarà. Voglio vedere cosa mi dirà il direttore del dipartimento se il 15 marzo non ho consegnato la tesi di dottorato. Spero quasi che abbia ragione Schifani.