martedì 30 novembre 2010

Alla ricerca di Nemo, sedicesima puntata


La vostra e nostra rubrica preferita latita su questi schermi da oltre un anno, quindi direi di rinverdire i fasti passati e sotto a chi tocca:
  • perché uno per uno fa uno: ehhh, mica semplice;
  • aeroporto francoforte sul nemo: un aeroporto a misura di pescetto;
  • naso di donne coreane: a mandorla, ovviamente;
  • un vaffanculo gratis valido per una persona: ho risolto una marea di regali di Natale così;
  • sono messo male oggi: si vede, si vede;
  • "star trek" condoms: per venire là dove nessun uomo è mai venuto prima;
  • squali mangia merda: si riconoscono dal colore dei denti;
  • civiltà di bagnoreggio: era "civita di bagnoregio", ma prova ancora, ce la puoi fare;
  • italian sub addicted dicono che nessun uomo è un isola: scemo io a pensare che fosse stato John Donne;
  • totò romp u cazz: nunn'è o ver!
  • "Errare humanum est perseverare diabolicum continuare": ??!
  • "Errare humanum est perseverare diabolicum continuare": quello di prima che l'ha scritto due volte, a cui il senso della frase che cerca continua a sfuggire, evidentemente;
  • disegni per tatuaggi con il fiore della vita fiore della vita: secondo me è sempre quello di prima. Deve essere estremamente diabolicum;
  • fanculo il caffe spinosa: nooooo, e che ti ha fatto?

venerdì 26 novembre 2010

I'm functioning within normal parameters


Donna rimane incinta dopo aver visto un film porno in 3d
E il marito le crede
E non è neanche la prima volta che succede (a parte il film porno).

Non capirò mai gli umani.

giovedì 25 novembre 2010

Pensiero profondo


Lo sapevo che Spinozahaus#1 sarebbe stata la casa giusta. Me ne dovevo rendere conto prima, però, non appena mi dissero che il numero dell'appartamento (in foto, la mia cassetta della posta) è la Risposta alla Domanda Fondamentale. E non devo neanche aspettare 10 milioni di anni.

venerdì 19 novembre 2010

Il povero italiano


Dopo due settimane di permanenza in Baviera, posso finalmente giudicare complessivamente l'intera Germania. Sì, la base statistica è povera, ma quando mai ciò ha frenato qualcuno dal tirare conclusioni lapidarie?

In ordine sparso:
  • i tedeschi alla guida sono esattamente quello che ti aspetti: assolutamente incapaci di pensare con la propria testa. I segnali di divieto vengono osservati alla lettera anche quando palesemente assurdi, come ad esempio gli 80 all'ora in autostrada a 3 corsie e dritta come un fuso. Il tedesco, anche se impegnato in un sorpasso in terza corsia a velocità smodata - permesso da un cartello apposito di fine limite velocità che tradotto approssimativamente in italiano potrebbe suonare come "a questo segnale scatenate l'inferno" - alla vista del cartello di limite di velocità inchioda, con grave rischio per il povero italiano che li segue nel sorpasso;
  • i tedeschi hanno alcuni problemi nell'isolamento delle costruzioni, tant'è che periodicamente le loro abitazioni vengono invase da muffe mutanti che, riproducendosi a velocità smodata - non permessa da alcun cartello, ma tant'è - esigono l'abbattimento della struttura e il suo completo rifacimento. Il povero italiano che mendicava un posto letto per una settimana in un ostello ha dovuto fare i conti con questo terribile flagello;
  • i tedeschi aborrono il gas, e col loro passato c'è da capirli. Come sostitute per la cucina domestica hanno adottato le piastre elettriche. Esse sono note per il loro rendimento energetico assolutamente ridicolo, ma il tedesco non si spaùra e per una salutare cena alle 18 - tempo medio locale - accende la piastra intorno alle 16. Il povero italiano che deve far bollire gran quantità d'acqua per la pasta dovrebbe attivarsi anche un po' prima, ma visto che l'italiano cena alle 20 tutti, italiani e tedeschi, accendono le loro piastre nello stesso istante. Ciò causa degli spike nella domanda di energia in Germania, da loro ben conosciuti, e chiamati con una parola di 72 lettere di cui 12 con dieresi, 4 pseudo-beta e alcune lettere prese in prestito dall'alfabeto fenicio. La piastra, dotata di notevole inerzia termica, terminerà di rilasciare calore a notte molto inoltrata, sopperendo così a eventuali malfunzionamenti dei termosifoni e potendo essere ancora utilizzata dai più mattinieri per scaldare il latte della colazione.

mercoledì 17 novembre 2010

Outliers


Dalle Lettere al Corriere di qualche giorno fa ieri:

Ho scambiato due parole con un ragazzo sui vent’anni. Mi ha detto che pulisce le camere in un hotel di Mestre: orario 7-14, giorno libero giovedì, 1.300 euro netti al mese (in regola) più vitto e alloggio. Di pomeriggio talvolta arrotonda pulendo scale e uffici arrivando quasi a 2 mila euro al mese. È la prova che chi si impegna il lavoro lo trova. Il proprietario dell’hotel ora cerca un’altra persona e assumerà la giovane moglie di questo ragazzo. Devo aggiungere che è pachistano?

Perdonatemi, ma non è affatto la prova che chi si impegna trova lavoro. È solo la prova che a Mestre c'è un folle che paga 3 volte tanto quello che pagherebbe chiunque altro in Italia.

lunedì 15 novembre 2010

Alla fine dell'arcobaleno


In attesa, fra un'ora, di prendere finalmente possesso del luogo che chiamerò casa per i prossimi 10 mesi, sono ancora una volta profugo dall'astromat e dalla cernia. E profugo lo sono davvero, visto la quantità di roba che mi son riportato dall'Italia, nel migliore spirito dell'espatriato, tra pacchi di pasta e sughi e dolci fatti in casa e schiscetta con pappa al pomodoro.

Andando in terra straniera per poco tempo, che so, due settimane, un mese, si tende a tuffarsi entusiasticamente nel cibo e nella tradizione locali, che sia a base di sushi o sauerkraut o di escargot, e a rinnegare seppur temporaneamente la provincialotta provienienza italica, certi che ci sia ad aspettarci, alla fine dell'arcobaleno, una cofana di tagliatelle al ragù con una infinita nevicata di parmigiano grattugiato, e i racconti si faranno pieni di "eh, sì, sushi ottimo, ma la pasta mi mancava troppo..."

Quando invece si ha la prospettiva di una permanenza più lunga all'estero, il gioco si ribalta: si tende il più possibile a ritardare il distacco, ad ammorbidirlo, a renderlo meno traumatico. Ci si rituffa quasi inconsapevolmente nel pensiero di tutto quello che ci lasciamo dietro, e improvvisamente l'italiano diventa una lingua meravigliosa quanto prima era banale e volgare, gli italiani stessi improvvisamente diventano simpatici quanto prima veniva voglia di strozzarli.

Sull'onda dell'emozione per la partenza, ho deciso che non imparerò il tedesco, non mi ci proverò neanche: non faticherò su una lingua difficile, dura, ostica e obiettivamente brutta, per soli 10 mesi di permanenza, ché quando l'hai bene o male imparata sarà già ora di ripartire. Salvo poi incuriosirmi di fronte a queste parole di lunghezza infinita e costrutti strani e cercarli poi sui traduttori online: la Picciula ha scommesso che alla fine un po' di tedesco finirò per studiarlo attivamente. Vedremo, la partita è aperta.

Intanto son qua. Pronto per l'avventura? Non lo so. A volte questi 10 mesi che mi attendono mi spaventano, mi sembrano infiniti, altre volte mi sembrano quasi una passeggiata. E io intanto aspetto e guardo, verso la fine dell'arcobaleno.

giovedì 11 novembre 2010

Senza parole


Non ho molta voglia di scrivere oggi, o meglio l'avrei ma è meglio se non lo faccio. Voglio solo dedicare un pensiero ad un amico che la vita ha trattato non male, malissimo, e che non ha ancora smesso. Tieni duro.

lunedì 8 novembre 2010

Ho scelto. È Cazzymm'.


Spinozahaus#1 vince. Spinozahaus #2 e #3, appartamenti affiancati nello stesso stabile, perdono per vari motivi, tra cui la relativa lontananza dal lavoro e la generale maggior vetustà.

Spinozahaus#1 vince per abbandono, praticamente. La nuova padrona di casa, invece, nome in codice "Vermieterin" (che vuol dire appunto padrona di casa ma ha molto più significato per me per l'assonanza con la parola italiana "verme"), perde clamorosamente.
Dopo avermi fatto riempire un pruriginoso modulo contenente in pratica tutta la mia vita precedente (dove abitavi prima? perché hai cambiato? chi erano, nome e indirizzo, i tuoi precedenti padroni di casa? sei mai stato giudicato moroso? quanto guadagni? no, davvero, quanto guadagni?) mi risponde in una mail con tono altezzoso e di chi pensa "t'ho sgamato":

l'indirizzo che mi ha dato è quello di un bed & breakfast. Vorrei avere un indirizzo più stabile, magari quello dei suoi genitori.

La mia risposta:

Ci sono 13 appartamenti nello stabile posto in via ********* n° *** a Bologna. Solo uno di essi era un bed & breakfast. E il mio era un altro. L'indirizzo dei miei non servirà.

"Sgamato" sto cazzo, se permetti.

Sarà un anno molto lungo.

domenica 7 novembre 2010

Bello onesto emigrato Germania cercherebbe casa (quasi) illibata


Come dicevo nel post precedente, trovare casa a Monaco non è la cosa più semplice di questo mondo, specie in novembre quando migliaia di ragazzotti si riversano dalle campagne bavaresi allo scopo di elevare il proprio status intellettivo e sociale iscrivendosi alle gloriose università o istituti di ricerca della città.
E cercano tutti insieme e negli stessi luoghi, principalmente i quartieri di Schwabing e Maxvorstadt, perché semicentrali, vicini alle università e alla metro per il centro di ricerca di Garching e pieni di birrerie e posti dove andare. Ora, della semicentralità a me non frega un fico secco, così come delle birrerie, ma la vicinanza alla metro non è cosa da buttare. Esci di casa, sali sulla metro che ti deposita a dieci metri dal posto di lavoro, e viceversa la sera. Se non fosse che la metro è talmente costosa che potrebbe perfino convenire usare l'auto: mensile di 63€ per l'abbonamento valido da dopo le 9 di mattina (che salgono a 93€ per quello senza limiti), a fronte di un costo auto quantificabile in 30 km/giorno * 22 giorni lavorativi al mese = 660 km/mese * 0.05 l/km di gasolio = 33 l/mese *1.2 €/l il gasolio = 40€/mese.

Comunque, oggi ho visto la prima candidata a essere Spinozahaus: coincidenza più unica che rara, nello stesso stabile dove abita l'astromat.
  • vantaggi: casa rinnovata, mobili nuovi, cucina nuova, finestre nuove, pareti e pavimento nuovi, vicinanza alla metro, vicinanza all'astromat per la dose quotidiana di gag.
  • svantaggi: prezzo improponibile, letto singolo, possibilità che l'astromat se ne vada a breve.
Ho provato a chiedere alla padrona di casa una riduzione del prezzo, da buon italiano contrattatore, ma a quanto pare niente da fare. Così Spinozahaus#1 si autocandida ad essere "ultima spiaggia", in caso mi ritrovi nei prossimi giorni senza realmente un posto dove andare.

Domani appuntamento per due case. Conto discretamente su Spinozahaus#2, perché Spinozahaus#3 costa praticamente come la #1 e allora tanto varrebbe.

sabato 6 novembre 2010

Chi non muore


Ed eccomi qui, dopo quasi tre mesi dall'ultimo post, segno di poche novità nella mia vita, o di poca volontà di trovarne o di crearne, più probabilmente. Qui, in una camera d'albergo della periferia di Monaco di Baviera, a riprogettare la mia vita, segno che di novità, volente o nolente, da qui in poi ve ne saranno parecchie.
Per i prossimi dieci mesi Monaco sarà la mia dimora, il posto che chiamerò casa. Dieci mesi di vita, lavoro, persone, cose, pensieri, parole, opere. Omissioni spero di no, ma nella cattolicissima Baviera il richiamo alla religione era d'obbligo.

Monaco è proprio sul limite tra "è dietro l'angolo" e "in culo al mondo". È alla stessa distanza da Bologna di Napoli, per esempio, ma sembra anni luce più in là. Attraversi tre stati, due lingue, una catena di monti e due pianure, e poi sei arrivato. In aereo non fai in tempo a sederti che il comandante annuncia il sorvolo di Bolzano e l'inizio della discesa verso Monaco; in macchina il tempo scivola via veloce almeno fino a Innsbruck, poi cominci a pensare "ci sono quasi", mentre ci sono ancora più di 150km. E allora diventa più faticoso, vuoi per la guida allucinante dei tedescofoni (tanto ligi alle regole che, anche se in pieno sorpasso, al comparire del segnale di limite di velocità inchiodano istantaneamente), vuoi per i cartelli caotici e pieni di parole di lunghezza infinita con simboli strani ed esotici come ü, ö, ß.

Volare è un'opzione solo se si verificano una o entrambe queste opzioni:
  1. prenoti il volo con almeno 1 mese d'anticipo;
  2. il volo ti viene rimborsato da qualche anima pia.
se nessuna delle due si verifica, tanto vale volare a Sydney: spendi non moltissimo di più, ma ti fai una vacanzona coi controcosi.

Domani inizia la mia ricerca per un appartamento. In realtà è iniziata prima, ma domani ho il primo appartamento da vedere. Chiedere un appartamento ammobiliato, vicino alla metro, che non costi un'enormità a Monaco è impresa davvero ardua. Provate un po' ad indovinare quale di queste tre caratteristiche non ha l'appartamento di domani? Bravi, avete indovinato.

Da oggi There's no life before coffee torna in salsa tedesca, qualcosa del tipo Es gibt kein Leben vor dem Kaffee se volete. Conoscendo il caffè tedesco, comunque, mi sa che la vita qua dovrà cominciare talvolta anche senza caffè.