giovedì 25 febbraio 2010

Il monte Fumaiolo, parte ventiquattresima



Usa, il prof si infuria
e distrugge il computer


Non un vero e proprio monte Fumaiolo, anche se la notizia di per sé è chiaramente ininfluente; in più, è anche sbagliata.

Dove abbiano visto che il prof si infuri è ancora un mistero. Vi pare che un prof infuriato vada apposta a prendere dell'azoto liquido per congelare e fracassare un pc?

sabato 20 febbraio 2010

Merce di scambio


Lo sapevate che in Italia, e nella maggior parte del mondo, è vietato per un giovane ricercatore stare per più di x anni nello stesso istituto? Proprio così, non "sconsigliato", vietato. Devi andare da un'altra parte, magari in un'altra nazione. E non è solo in Italia, appunto, non perché non ci siano posti o i soldi sian pochi. È per "favorire la mobilità, non fossilizzarsi scientificamente".

Balle. Questa norma è fatta solo per distruggere le famiglie, le coppie scienziato-non scienziato, per far restare questo mondo il più chiuso e autoreferenziale possibile. Quelli che restano sono quelli che mettono il lavoro prima di tutto, che sono disposti a lasciarsi dietro gli affetti sacrificandoli alla carriera scientifica.

Che senso avrebbe altrimenti? A che serve dover passare 2 anni a Londra, 3 a Boston e poi altri 2 a Madrid? Per "crescere professionalmente"? Siamo nell'era della comunicazione globale, io potrei avere tranquillamente un supervisore a migliaia di chilometri di distanza e collaborare con lui in tempo reale. Non ci sarebbe neanche bisogno che io venga a lavorare in dipartimento, potrei fare tranquillamente tutto da casa mia.

Oltretutto, credo che sia incostituzionale. Tu ente di ricerca mi vieti di lavorare qui solo perché ci ho già lavorato per due anni? È una proibizione stupida, immorale e illegale. Casa mia è qui. Posso lavorare in tutto il mondo tranne che qui? È crudeltà, e niente altro.

Fottetevi.

venerdì 19 febbraio 2010

Non ho bocca e devo urlare


"Hate. Let me tell you how much I've come to hate you since I began to live[...]For you humans. Hate. Hate."
H.Ellison, I have no mouth and I must scream

Che cazzo gli prende alla gente di venerdì? La troia in SUV BMW parcheggiata tranquillamente di fronte al bidone della monnezza e non si sposta neanche quando mi vede annaspare nei 10cm di spazio in mezzo; gli imbecilli che aspettano di attraversare la strada in mezzo alla strada, rischiando di farmi cadere; le dozzine di macchine parcheggiate in seconda fila in una via a senso unico.

Odio le persone. Sul serio. Quando mi propongono di uscire la sera o andare a fare l'aperitivo mi vien male. Il mio ideale di serata è su un'isola deserta.

mercoledì 17 febbraio 2010

Non solo salame


Quanto accaduto durante una trasmissione in onda su un canale televisivo del servizio pubblico è di una gravità assoluta. Mi riservo di intraprendere ogni azione del caso e scriverò all'Autorità garante e al direttore generale dell'azienda affinché vengano presi provvedimenti severi [...] episodio vergognoso

Apologia di fascismo? Dichiarazioni razziste? Lite con pugni e calci? Stupro in diretta?

No. Una ricetta per cucinare i gatti. Felino e commestibile.

Animalisti, ma i conigli che v'han fatto, invece? Razzismo zoologico suuuu Rieducational Ciannel.

mercoledì 10 febbraio 2010

Geografia




La rete non parla d'altro, anche se dalle ultime notizie sembrerebbe un fake.

Non so. Mi ricorda però la notizia - vera - della mia collega che aveva prenotato un volo per Costanza e si era ritrovata a Costanza...

venerdì 5 febbraio 2010

I nazisti dell'Illinois, fase 2


Quando sono andato in Giappone, alcuni mesi fa, sono voluto a tutti i costi andare a visitare la statua di Hachiko. Per chi non lo sapesse, Hachiko era un cane che, nel Giappone tra le due guerre, divenne famoso perché andò tutti i giorni, per anni, ad aspettare alla stazione il padrone che ritornava dal lavoro in treno, e continuò anche dopo che costui morì mentre era al lavoro. In Giappone Hachiko è una celebrità, tanto che appunto c'è una statua di questo cane nel posto probabilmente più trafficato al mondo, vale a dire Shibuya Crossing.

Una storia, quella di Hachiko, profondamente giapponese, che difficilmente può essere compresa dal mondo occidentale; una storia che come saprete è la base per un film americano recentissimo, Hachiko, appunto, che andrò a recensire oggi, ovviamente non avendolo visto. In realtà I nazisti dell'Illinois di oggi è doppio: i giapponesi fecero negli anni '80 una loro versione della storia, Hachiko monogatari, che non ho visto e per questo la userò come pietra di paragone per la versione hollywoodiana.

Partiamo con Hachiko monogatari: un film breve, dai tempi comunque dilatati, in cui il cane è protagonista e insieme comprimario. La mancanza del padrone è la vera protagonista, e il cane le dà solo forma, insieme alla povera Tokyo devastata dal terremoto del '23.

Hachiko di Lasse Hallstrom, invece, è un filmone hollywoodiano da decine di milioni di dollari (spero la maggior parte spesi in addestratori e Ciappi), musiche strappacuore in dolby surround, che utilizza non meno di 45 cani diversi per la parte di Hachiko e sposta l'azione dalla Tokyo degli anni '20 a una qualche megalopoli americana odierna, col risultato che invece della storia di un cane fedele oltre la morte, ciò che va in scena è quanto incredibilmente idiota sia quel quadrupede canino che per 10 anni non capisce quello che avrebbe dovuto capire in 10 giorni: il tuo padrone è schiattato e non tornerà più, meglio che segui quella cagna che hai visto sulla 57esima che secondo me è una che ci sta. Al cinema al posto degli occhialetti 3d ti danno direttamente una scatola di kleenex, perché a sto film DEVI piangere, anche per via di una sceneggiatura ridicola da un soggetto che, adatto a un'ora di film giapponese, trasportato a Hollywood non regge 15 minuti.

L'unica cosa che mi dà da pensare è la presenza di Richard Gere. Logica vorrebbe che sua fosse la parte principale, quella del padrone di Hachiko; se così fosse, visto che il padrone muore subito, Gere uscirebbe di scena e il film diverrebbe quasi vedibile. Siccome non credo che questo sia possibile, rimango col dubbio sul personaggio di Gere e mi vado a vedere Lost.

mercoledì 3 febbraio 2010

I nostri 11 giorni

Dopo molto temporeggiamento vado a incassare il mio meraviglioso assegno di 5.57€, rimborso della bolletta del gas. L'assegno porta il nome di Intesa-San Paolo, così studio per bene tutte le filiali, le controllate, e vado alla Cassa di Risparmio di Firenze che è di fronte casa.

- Buongiorno, dovrei incassare questo assegno.
- Mmm, non glielo possiamo pagare qui.
- Perché no? Siete lo stesso gruppo, no?
- Sì ma non lo possiamo fare, deve andare proprio a Intesa-San Paolo.
- Mi può gentilmente dire qual è l'Intesa-San Paolo più vicina?
- A Bologna non esistono più.
- ?!??!?@#@&£$%£
- Provi a vedere alla Carisbo.
Stanno tentando di farmi desistere, ma non lo farò. Ho tempo fino al 18, un modo lo troverò per incassare quei maledetti soldi. Parafrasando gli inglesi dopo la riforma gregoriana: "Ridatemi i mei 5.57€!!!"