lunedì 20 dicembre 2010

Speciale di Natale con Mr. Hankey


Di modi per analizzare la civiltà di un Paese ce ne sono quanti volete. Uno può essere quello che riporto qui a fianco nella mia tagline, riguardo il caffè. Non starò qui a parlare del caffè tedesco perché l'ho preso una volta sola, assaggiato, e versato direttamente nel lavandino. Oggi voglio parlare dei cessi.

Ogni Paese, nello smaltimento dei rifiuti umani, si è attrezzato in maniera diversa, coerente con le proprie inclinazioni. Dei cessi giapponesi, ipertecnologici e pieni di funzioni di cui non sapevi l'esistenza (e di cui non sospettavi l'importanza) finché non ti ci sei seduto sopra, abbiamo già parlato. Quelli americani, se è vero ciò che ci mostrano nei film e in TV, sono pieni d'acqua fino quasi all'orlo in maniera da replicare in maniera rozza e low-tech il bidet incorporato di quelli giapponesi: praticamente caghi e la numero 2 splasha allegramente nell'acqua che, per rimbalzo, ti deterge delicatamente le terga. Ma, sempre se è vero ciò che ci mostrano nei film e in TV, in America ci sono alieni che volano e dinosauri che scorrazzano indisturbati per le città, quindi sospetto - o almeno spero - che il grado di realismo rispetto ai cessi sia più o meno comparabile.

I cessi tedeschi, invece, sono un altro paio di maniche. Per descriverli in maniera accurata ho bisogno che immaginiate quelli italiani, normali, che avete anche voi in casa. Forma svasata in maniera che la numero 2 impatti di striscio con la ceramica e scivoli delicatamente verso l'acqua, molto più in basso. Ragionevolmente pulito, senza vittime.
Bene, ora immaginate che la curva posteriore sia molto più curva, fino a diventare... bè sì, orizzontale, piatta. Lo scarico non è quindi centrato rispetto alla tazza ma si trova davanti. Quindi sostanzialmente tu caghi e la numero 2 rimane lì, adagiata per mostrarsi al mondo in tutta la sua vibrante tridimensionalità. Tiri lo sciacquone e speri che l'acqua che scende abbia abbastanza potenza da trascinare con sé, verso la parte anteriore e quindi lo scarico, tutto quello che trova ma essa arranca, non ci riesce, desiste. Tiri di nuovo lo scarico. Niente. Forse la terza è la volta buona. Talvolta lo è. Talaltra no.

Non so cosa questo mi insegni sul Paese che mi ospita. Forse che non ci si deve vergognare di niente, forse che controllare la salute è importante. O forse solo che i tedeschi sono proprio degli ingegneri di merda.

mercoledì 8 dicembre 2010

Il mistero della mela annurca


Anche in questo caso, nonostante la mia esperienza a Monaco si limiti ad un solo negozio, e anzi direi proprio in virtù di questo, posso tracciare un profilo globale e onnicomprensivo del fenomeno supermercato.
I supermercati in Germania sono quasi del tutto simili agli omologhi italiani, ma ci sono alcune sostanziali differenze.

Cosa non c'è. Il visitatore entra e si trova di fronte le usuali scaffalature piene di frutta e verdura e pensa "eh sì, un bel kilo di mele non me le toglie nessuno". Fa per cercare la busta e il guantino di plastica e... non c'è. O meglio, la busta c'è ma del guantino nemmeno l'ombra. Subitaneo sorge il pensiero delle centinaia di tedeschi dalle mani sudicie che hanno toccato quel cespo d'insalata o quella pera kaiser (che fa tanto Vecchio Impero) che stai per prendere. Se volete, questa è una nuova dimostrazione dei concetti di sicurezza e fiducia visti dalla parte di un tedesco. Pazienza per la verdura, si dice il visitatore. La laverò. Riempe la sua bustina di carote, fa per cercare la bilancina e... non c'è. Si gira, si volta, niente. Panico. Che fare? Siccome quando sei a Roma fai come i romani, quando sei a Monaco fai come i monac... quello che è. Quindi inizia a fissarli per tentare di capire come fanno loro. Se non è troppo insistente nello sguardo riesce perfino a evitare un "cazzo ti guardi?" in tedesco e si accorge che i locali imbustano e se ne vanno. Così. Il che non risolve il problema: vanno a cercare una bilancia dall'altra parte del negozio o non si pesa affatto la roba? Un mistero che verrà - parzialmente - svelato più avanti.

Cosa c'è, o meglio, cosa c'è in più. Un esempio importante è quello della cioccolata: mentre in Italia c'è normalmente un solo scaffale dedicato ai dolciumi, qui in Germania ce ne sono almeno sei. Stesso dicasi, ovviamente, per la birra: qui il vetro è a rendere (ci sono, sparsi per il negozio, macchinari per la restituzioni dei vuoti che danno uno scontrino da presentare alla cassa, e si ottiene lo sconto sulla spesa), quindi le bottiglie che il visitatore comprerà sono in circolazione da tempo immemorabile e sono passate attraverso centinaia di tedeschi dalle mani sudicie, di solito non gli stessi della frutta e verdura.

Cosa c'è di diverso. Stranamente, non molto. I tedeschi vanno pazzi per la roba italiana e in un supermercato medio se ne trova parecchia, a partire dal prosciutto crudo (a prezzi esorbitanti, ndSpino) a pasta a sughi pronti addirittura a "insalata italia" (così nella confezione) o quel pecorino stagionato al pepe che alla Coop San Vitale non trovavo quasi mai. I vini sono divisi per nazione, e la sezione Italia è piuttosto fornita, con prezzi umani e qualità altalenanti: l'"Est Est Est" di Montefiascone che ho preso qualche giorno fa, ad esempio, al massimo era un "Est", mentre l'Orvieto Classico non era affatto male.
Parlando di formaggi, in Italia puoi trovare o il banco con le forme intere e il tizio a cui chiedere che le taglia, le pesa e le prezza, o quello self-service con i pezzi già tagliati e prezzati. In Germania hanno inventato una delirante inutile crasi dei due metodi: i pezzi sono già tagliati e incellofanati ma non prezzati, e irraggiungibili dall'utente. Il banco è presidiato, così tu devi chiedere al tipo di darti quel pezzo di formaggio, già pronto, e il tipo pesa e prezza.

Per ultima lasciamo la non-soluzione del mistero della frutta e verdura. Praticamente arrivi alla cassa e dai la busta alla cassiera, che la passa. Ha una bilancia sul lettore di codice? Non mi pare. Pesa a occhio? Spero di no. Capisce al primo sguardo se una mela è una renetta, un'annurca o una stark? Forse. Non ha bisogno di farlo perché magari le mele costano tutte uguali? Dubito. Inventa un prezzo a caso e lo piazza sulla busta? Io farei così.

venerdì 3 dicembre 2010

Fidati


Più tempo passo qua e più mi stupisco dei tedeschi: ribaltando quello che tutti gli stranieri pensano degli italiani e l'Italia, mi chiedo come faccia la Germania ad andare avanti nonostante l'assurdità di comportamento dei suoi abitanti, in special modo in due aspetti particolari del vivere civile, che volendo sono anche collegati tra loro: la sicurezza e la fiducia.

I tedeschi sono assolutamente sprezzanti delle più basilari norme di sicurezza. Non circoscrivono, non delimitano, non mettono paletti, non chiudono a chiave, non sbarrano. Si fidano.
Potrei parlare della non esistenza dei limiti di velocità sulle autostrade tedesche, che accoppiata ad un manto stradale di solito precario potrebbe essere fonte di carambole allucinanti, ma le autorità si fidano che tu non correrai. Potrei raccontare la storia, gentilmente fornita dal Simotrone, dell'importante casa editrice tedesca che lascia documenti su un proprio server e fornisce ai suoi collaboratori diritti in lettura e scrittura; gli editori si fidano che tu non cancellerai i file che usi. Potrei dire anche della vignetta austriaca, cioè il modo di pagare le autostrade nel Paese alpino: sostanzialmente devi comprare un patachino da attaccare al vetro, spetta poi alla Polizei austriaca accertare che tutti ce l'abbiano. In pratica, gli austriaci si fidano, perché in un migliaio di km percorsi non mi hanno mai fermato.
In Italia o in buona parte del resto del mondo queste cose si tradurrebbero 1- mezzo milione di morti al giorno sulle autostrade, 2- il fallimento della casa editrice, 3- il crollo a zero delle entrate della Società Autostrade.

L'esempio più eclatante e assurdo? Un contratto che devo firmare e rispedire alla mia banca, la quale mi fornisce di busta con una scritta in tedesco al posto del francobollo: "Bitte mit 0.55 Euro freimachen, falls Marke zur Hand". Tutti i traduttori online che ho provato hanno fallito miseramente nella traduzione, restituendo nonsense come: "Si prega di effettuare gratuitamente con 0,55 €, se segno a portata di mano". In realtà oggi ho scoperto che la traduzione è "Affrancare con 0.55€, se si ha un francobollo a portata di mano". Cioè: "bisognerebbe affrancare, ma se non lo fai non fa niente, ci pensiamo noi". Perché tutti qui in Germania hanno la casa piena di francobolli da 0.55€, e sono ansiosissimi di utilizzarli in qualche modo.

Sarei davvero curioso di conoscere le statistiche di quanti qui affrancano davvero.

mercoledì 1 dicembre 2010

If only you spoke Hovitos...


Come il giovane Indiana Jones diceva nella serie TV, la cosa più importante quando si va in un Paese straniero è conoscere la lingua. Puoi presentarti anche come iraniana col burka e una cintura di pelle imbottita molto sospetta, ma se parli la lingua del posto in maniera convincente ti si apriranno tutte le porte.

Ecco, per continuare la metafora, diciamo che io non sto provando nemmeno a girare le maniglie delle porte. Spero che nessuno mi rivolga la parola, se lo fanno arrossisco ignoro e scappo, dopo le prime volte non vado neanche più in mensa (ma questo anche per altri motivi, costa troppo e c'è troppa gente), e ogni volta che devo fare qualcosa che preveda il minimo incontro con la lingua tedesca entro nel panico.

Il fatto e' che, nonostante la comune radice germanica, il tedesco e l'inglese non hanno assolutamente nulla a che fare tra loro. Ci sono alcune parole simili, ma di solito non sono quelle fondamentali nella frase. L'insana tendenza a accorpare in un unico vocabolo 4 o 5 parole diverse rende poi la lettura del tedesco praticamente impossibile (ora so come si sente un dislessico).

Ad esempio, ho rinunciato a fare l'abbonamento della metro proprio per evitare lo scontro col tedesco: dopo aver visto i locali che facevano scivolare velocemente le dita sul touchscreen della macchinetta ho capito che ne sarei uscito chiaramente sconfitto, specie sapendo le decine e decine di diversi biglietti che la Società dei Trasporti di Monaco prevede, come spiega amabilmente Der Pilger. In più, ho ricevuto una comunicazione secondo la quale devo contattare la locale Medicina del Lavoro per fissare un appuntamento per un esame della vista. Sulla comunicazione nessuna email, solo un numero di telefono. Terrore.

martedì 30 novembre 2010

Alla ricerca di Nemo, sedicesima puntata


La vostra e nostra rubrica preferita latita su questi schermi da oltre un anno, quindi direi di rinverdire i fasti passati e sotto a chi tocca:
  • perché uno per uno fa uno: ehhh, mica semplice;
  • aeroporto francoforte sul nemo: un aeroporto a misura di pescetto;
  • naso di donne coreane: a mandorla, ovviamente;
  • un vaffanculo gratis valido per una persona: ho risolto una marea di regali di Natale così;
  • sono messo male oggi: si vede, si vede;
  • "star trek" condoms: per venire là dove nessun uomo è mai venuto prima;
  • squali mangia merda: si riconoscono dal colore dei denti;
  • civiltà di bagnoreggio: era "civita di bagnoregio", ma prova ancora, ce la puoi fare;
  • italian sub addicted dicono che nessun uomo è un isola: scemo io a pensare che fosse stato John Donne;
  • totò romp u cazz: nunn'è o ver!
  • "Errare humanum est perseverare diabolicum continuare": ??!
  • "Errare humanum est perseverare diabolicum continuare": quello di prima che l'ha scritto due volte, a cui il senso della frase che cerca continua a sfuggire, evidentemente;
  • disegni per tatuaggi con il fiore della vita fiore della vita: secondo me è sempre quello di prima. Deve essere estremamente diabolicum;
  • fanculo il caffe spinosa: nooooo, e che ti ha fatto?

venerdì 26 novembre 2010

I'm functioning within normal parameters


Donna rimane incinta dopo aver visto un film porno in 3d
E il marito le crede
E non è neanche la prima volta che succede (a parte il film porno).

Non capirò mai gli umani.

giovedì 25 novembre 2010

Pensiero profondo


Lo sapevo che Spinozahaus#1 sarebbe stata la casa giusta. Me ne dovevo rendere conto prima, però, non appena mi dissero che il numero dell'appartamento (in foto, la mia cassetta della posta) è la Risposta alla Domanda Fondamentale. E non devo neanche aspettare 10 milioni di anni.

venerdì 19 novembre 2010

Il povero italiano


Dopo due settimane di permanenza in Baviera, posso finalmente giudicare complessivamente l'intera Germania. Sì, la base statistica è povera, ma quando mai ciò ha frenato qualcuno dal tirare conclusioni lapidarie?

In ordine sparso:
  • i tedeschi alla guida sono esattamente quello che ti aspetti: assolutamente incapaci di pensare con la propria testa. I segnali di divieto vengono osservati alla lettera anche quando palesemente assurdi, come ad esempio gli 80 all'ora in autostrada a 3 corsie e dritta come un fuso. Il tedesco, anche se impegnato in un sorpasso in terza corsia a velocità smodata - permesso da un cartello apposito di fine limite velocità che tradotto approssimativamente in italiano potrebbe suonare come "a questo segnale scatenate l'inferno" - alla vista del cartello di limite di velocità inchioda, con grave rischio per il povero italiano che li segue nel sorpasso;
  • i tedeschi hanno alcuni problemi nell'isolamento delle costruzioni, tant'è che periodicamente le loro abitazioni vengono invase da muffe mutanti che, riproducendosi a velocità smodata - non permessa da alcun cartello, ma tant'è - esigono l'abbattimento della struttura e il suo completo rifacimento. Il povero italiano che mendicava un posto letto per una settimana in un ostello ha dovuto fare i conti con questo terribile flagello;
  • i tedeschi aborrono il gas, e col loro passato c'è da capirli. Come sostitute per la cucina domestica hanno adottato le piastre elettriche. Esse sono note per il loro rendimento energetico assolutamente ridicolo, ma il tedesco non si spaùra e per una salutare cena alle 18 - tempo medio locale - accende la piastra intorno alle 16. Il povero italiano che deve far bollire gran quantità d'acqua per la pasta dovrebbe attivarsi anche un po' prima, ma visto che l'italiano cena alle 20 tutti, italiani e tedeschi, accendono le loro piastre nello stesso istante. Ciò causa degli spike nella domanda di energia in Germania, da loro ben conosciuti, e chiamati con una parola di 72 lettere di cui 12 con dieresi, 4 pseudo-beta e alcune lettere prese in prestito dall'alfabeto fenicio. La piastra, dotata di notevole inerzia termica, terminerà di rilasciare calore a notte molto inoltrata, sopperendo così a eventuali malfunzionamenti dei termosifoni e potendo essere ancora utilizzata dai più mattinieri per scaldare il latte della colazione.

mercoledì 17 novembre 2010

Outliers


Dalle Lettere al Corriere di qualche giorno fa ieri:

Ho scambiato due parole con un ragazzo sui vent’anni. Mi ha detto che pulisce le camere in un hotel di Mestre: orario 7-14, giorno libero giovedì, 1.300 euro netti al mese (in regola) più vitto e alloggio. Di pomeriggio talvolta arrotonda pulendo scale e uffici arrivando quasi a 2 mila euro al mese. È la prova che chi si impegna il lavoro lo trova. Il proprietario dell’hotel ora cerca un’altra persona e assumerà la giovane moglie di questo ragazzo. Devo aggiungere che è pachistano?

Perdonatemi, ma non è affatto la prova che chi si impegna trova lavoro. È solo la prova che a Mestre c'è un folle che paga 3 volte tanto quello che pagherebbe chiunque altro in Italia.

lunedì 15 novembre 2010

Alla fine dell'arcobaleno


In attesa, fra un'ora, di prendere finalmente possesso del luogo che chiamerò casa per i prossimi 10 mesi, sono ancora una volta profugo dall'astromat e dalla cernia. E profugo lo sono davvero, visto la quantità di roba che mi son riportato dall'Italia, nel migliore spirito dell'espatriato, tra pacchi di pasta e sughi e dolci fatti in casa e schiscetta con pappa al pomodoro.

Andando in terra straniera per poco tempo, che so, due settimane, un mese, si tende a tuffarsi entusiasticamente nel cibo e nella tradizione locali, che sia a base di sushi o sauerkraut o di escargot, e a rinnegare seppur temporaneamente la provincialotta provienienza italica, certi che ci sia ad aspettarci, alla fine dell'arcobaleno, una cofana di tagliatelle al ragù con una infinita nevicata di parmigiano grattugiato, e i racconti si faranno pieni di "eh, sì, sushi ottimo, ma la pasta mi mancava troppo..."

Quando invece si ha la prospettiva di una permanenza più lunga all'estero, il gioco si ribalta: si tende il più possibile a ritardare il distacco, ad ammorbidirlo, a renderlo meno traumatico. Ci si rituffa quasi inconsapevolmente nel pensiero di tutto quello che ci lasciamo dietro, e improvvisamente l'italiano diventa una lingua meravigliosa quanto prima era banale e volgare, gli italiani stessi improvvisamente diventano simpatici quanto prima veniva voglia di strozzarli.

Sull'onda dell'emozione per la partenza, ho deciso che non imparerò il tedesco, non mi ci proverò neanche: non faticherò su una lingua difficile, dura, ostica e obiettivamente brutta, per soli 10 mesi di permanenza, ché quando l'hai bene o male imparata sarà già ora di ripartire. Salvo poi incuriosirmi di fronte a queste parole di lunghezza infinita e costrutti strani e cercarli poi sui traduttori online: la Picciula ha scommesso che alla fine un po' di tedesco finirò per studiarlo attivamente. Vedremo, la partita è aperta.

Intanto son qua. Pronto per l'avventura? Non lo so. A volte questi 10 mesi che mi attendono mi spaventano, mi sembrano infiniti, altre volte mi sembrano quasi una passeggiata. E io intanto aspetto e guardo, verso la fine dell'arcobaleno.

giovedì 11 novembre 2010

Senza parole


Non ho molta voglia di scrivere oggi, o meglio l'avrei ma è meglio se non lo faccio. Voglio solo dedicare un pensiero ad un amico che la vita ha trattato non male, malissimo, e che non ha ancora smesso. Tieni duro.

lunedì 8 novembre 2010

Ho scelto. È Cazzymm'.


Spinozahaus#1 vince. Spinozahaus #2 e #3, appartamenti affiancati nello stesso stabile, perdono per vari motivi, tra cui la relativa lontananza dal lavoro e la generale maggior vetustà.

Spinozahaus#1 vince per abbandono, praticamente. La nuova padrona di casa, invece, nome in codice "Vermieterin" (che vuol dire appunto padrona di casa ma ha molto più significato per me per l'assonanza con la parola italiana "verme"), perde clamorosamente.
Dopo avermi fatto riempire un pruriginoso modulo contenente in pratica tutta la mia vita precedente (dove abitavi prima? perché hai cambiato? chi erano, nome e indirizzo, i tuoi precedenti padroni di casa? sei mai stato giudicato moroso? quanto guadagni? no, davvero, quanto guadagni?) mi risponde in una mail con tono altezzoso e di chi pensa "t'ho sgamato":

l'indirizzo che mi ha dato è quello di un bed & breakfast. Vorrei avere un indirizzo più stabile, magari quello dei suoi genitori.

La mia risposta:

Ci sono 13 appartamenti nello stabile posto in via ********* n° *** a Bologna. Solo uno di essi era un bed & breakfast. E il mio era un altro. L'indirizzo dei miei non servirà.

"Sgamato" sto cazzo, se permetti.

Sarà un anno molto lungo.

domenica 7 novembre 2010

Bello onesto emigrato Germania cercherebbe casa (quasi) illibata


Come dicevo nel post precedente, trovare casa a Monaco non è la cosa più semplice di questo mondo, specie in novembre quando migliaia di ragazzotti si riversano dalle campagne bavaresi allo scopo di elevare il proprio status intellettivo e sociale iscrivendosi alle gloriose università o istituti di ricerca della città.
E cercano tutti insieme e negli stessi luoghi, principalmente i quartieri di Schwabing e Maxvorstadt, perché semicentrali, vicini alle università e alla metro per il centro di ricerca di Garching e pieni di birrerie e posti dove andare. Ora, della semicentralità a me non frega un fico secco, così come delle birrerie, ma la vicinanza alla metro non è cosa da buttare. Esci di casa, sali sulla metro che ti deposita a dieci metri dal posto di lavoro, e viceversa la sera. Se non fosse che la metro è talmente costosa che potrebbe perfino convenire usare l'auto: mensile di 63€ per l'abbonamento valido da dopo le 9 di mattina (che salgono a 93€ per quello senza limiti), a fronte di un costo auto quantificabile in 30 km/giorno * 22 giorni lavorativi al mese = 660 km/mese * 0.05 l/km di gasolio = 33 l/mese *1.2 €/l il gasolio = 40€/mese.

Comunque, oggi ho visto la prima candidata a essere Spinozahaus: coincidenza più unica che rara, nello stesso stabile dove abita l'astromat.
  • vantaggi: casa rinnovata, mobili nuovi, cucina nuova, finestre nuove, pareti e pavimento nuovi, vicinanza alla metro, vicinanza all'astromat per la dose quotidiana di gag.
  • svantaggi: prezzo improponibile, letto singolo, possibilità che l'astromat se ne vada a breve.
Ho provato a chiedere alla padrona di casa una riduzione del prezzo, da buon italiano contrattatore, ma a quanto pare niente da fare. Così Spinozahaus#1 si autocandida ad essere "ultima spiaggia", in caso mi ritrovi nei prossimi giorni senza realmente un posto dove andare.

Domani appuntamento per due case. Conto discretamente su Spinozahaus#2, perché Spinozahaus#3 costa praticamente come la #1 e allora tanto varrebbe.

sabato 6 novembre 2010

Chi non muore


Ed eccomi qui, dopo quasi tre mesi dall'ultimo post, segno di poche novità nella mia vita, o di poca volontà di trovarne o di crearne, più probabilmente. Qui, in una camera d'albergo della periferia di Monaco di Baviera, a riprogettare la mia vita, segno che di novità, volente o nolente, da qui in poi ve ne saranno parecchie.
Per i prossimi dieci mesi Monaco sarà la mia dimora, il posto che chiamerò casa. Dieci mesi di vita, lavoro, persone, cose, pensieri, parole, opere. Omissioni spero di no, ma nella cattolicissima Baviera il richiamo alla religione era d'obbligo.

Monaco è proprio sul limite tra "è dietro l'angolo" e "in culo al mondo". È alla stessa distanza da Bologna di Napoli, per esempio, ma sembra anni luce più in là. Attraversi tre stati, due lingue, una catena di monti e due pianure, e poi sei arrivato. In aereo non fai in tempo a sederti che il comandante annuncia il sorvolo di Bolzano e l'inizio della discesa verso Monaco; in macchina il tempo scivola via veloce almeno fino a Innsbruck, poi cominci a pensare "ci sono quasi", mentre ci sono ancora più di 150km. E allora diventa più faticoso, vuoi per la guida allucinante dei tedescofoni (tanto ligi alle regole che, anche se in pieno sorpasso, al comparire del segnale di limite di velocità inchiodano istantaneamente), vuoi per i cartelli caotici e pieni di parole di lunghezza infinita con simboli strani ed esotici come ü, ö, ß.

Volare è un'opzione solo se si verificano una o entrambe queste opzioni:
  1. prenoti il volo con almeno 1 mese d'anticipo;
  2. il volo ti viene rimborsato da qualche anima pia.
se nessuna delle due si verifica, tanto vale volare a Sydney: spendi non moltissimo di più, ma ti fai una vacanzona coi controcosi.

Domani inizia la mia ricerca per un appartamento. In realtà è iniziata prima, ma domani ho il primo appartamento da vedere. Chiedere un appartamento ammobiliato, vicino alla metro, che non costi un'enormità a Monaco è impresa davvero ardua. Provate un po' ad indovinare quale di queste tre caratteristiche non ha l'appartamento di domani? Bravi, avete indovinato.

Da oggi There's no life before coffee torna in salsa tedesca, qualcosa del tipo Es gibt kein Leben vor dem Kaffee se volete. Conoscendo il caffè tedesco, comunque, mi sa che la vita qua dovrà cominciare talvolta anche senza caffè.

martedì 17 agosto 2010

Spin-off, stagione 13


Colgo l'occasione e la segnalazione dell'amico astromat per uno spin-off isolano. Alla sinistra il sardo, recentemente dipartito ex-presidente Cossiga. Alla destra il suo spinoff siculo, Franco Battiato.

mercoledì 11 agosto 2010

Il monte Fumaiolo, parte trentesima


Il fondo del barile in questa inutile estate:

E Tulliani con la fidanzata lava la «Ferrari» che vale 197 mila euro
Fotografato mentre in compagnia della fidanzata pulisce la supercar in un autolavaggio


Non me la sento, davvero, di commentare.

martedì 3 agosto 2010

Il monte Fumaiolo, parte ventinovesima



In questo afoso agosto una fumaiolata sulla Canalis è d'obbligo:

Canalis: «Felice con Clooney
Gli italiani? Tutta invidia»

La soubrette rompe il silenzio sul legame col divo hollywoodiano: «Mai stata tanto amata»

Forse ricorderete che la sarda qualche settimana fa si beccò le risate di scherno di chiunque avesse visto il suo "ennesimo" debutto americano nella serie TV Leverage (dico ennesimo perché forse qualcuno non si ricorda i suoi 30 secondi in Decameron Pie - ovviamente con le tette di fuori - o anche la sua comparsata in un film dal titolo leggendario: Deuce Bigalow puttano in saldo).
Per chi se le è perse, eccone una particolarmente succosa:

Anyway, so Elisabetta’s big American acting debut is on a sub-par basic cable show where she says lines like, “I know why you’re here, and I think it’s cute, but this is a matter of national security.” UGH. Note how she tilts her head when she says “national security” like she thinks it’s time to play coy and girlish [...] Good Lord, her accent is thick. I have a good ear for accents too, but I couldn’t understand half of Elisabetta’s lines. Guess we know that Clooney isn’t keeping her around for her witty conversation.

Spettacolare. Comunque la sarda non si perde d'animo, e reitera la fellonia suprema di appellare "invidiosi" tutti quelli che la criticano. Non perché è una nullità che ha una qualche opportunità nel cinema solo perché "dorme col boss", come Joan Crawford disse di Norma Shearer, un po' di tempo fa. No, no.
La Canalis sa delle critiche, ma nell'intervista a Vanity fair riportata dal Corriere spiega:

gli italiani non fanno mai il tifo per i loro connazionali che si guadagnano all'estero un'opportunità, un riconoscimento

Già, infatti la Loren non ce la siamo mai cagata di striscio, e Benigni chi sarebbe mai? E non parliamo di Fermi e Marconi, che sennò entriamo in territori inesplorati.

Comunque, se volete apprezzare la sarda in tutto il suo isolano splendore, il video sopra è proprio tratto da Leverage.

martedì 27 luglio 2010

Sulla lama del rasoio


Mi sa che non ho più molto da dire. Più passa il tempo, più leggo quel che succede, più le mie idee si fanno estremiste, e questo mi spaventa un po'. I suicidi in carcere, che sembrano preoccupare un po' tutti, a me non smuovono una virgola. Neanche i morti alla Love Parade mi toccano: l'unica cosa che mi viene in mente è "se non vi piace il caldo non state in cucina". Mi fanno lo stesso effetto di Taricone che si butta col paracadute e si schianta: peggio per lui, se l'è andata a cercare.
Non prendo neanche più in considerazione qualcuno che parla di religione, penso che sia l'origine di tutti i mali. C'è sempre meno cultura, cinema, musica, che riesca ad apprezzare. Non sopporto più niente e nessuno. Non ho più empatia. Arrivasse Deckard e mi facesse il test del Voigt-Kampff, credo mi ritirerebbe come androide.

Non mi piace tutto questo, affatto. Però è così.

lunedì 19 luglio 2010

Il salto dello squalo, quarta serie


… ovvero, come una intera stagione possa essere un unico, lungo, ininterrotto salto dello squalo.

Lo so che avevo detto che Il salto dello squalo sarebbe stata una rubrica annuale, ma non posso aspettare un anno per parlare di Eureka, la serie tv di fantascienza del canale Syfy che è ambientata in una cittadina americana supersegreta che in realtà è un laboratorio scientifico dove i migliori scienziati del Paese fanno ricerche scientifiche avveniristiche.

Cominciamo subito col dire che ci sono alcune cose che una serie televisiva deve evitare a tutti i costi:

  1. cancellare un personaggio secondario senza spiegazioni;
  2. riproporre un personaggio morto con spiegazioni cervellotiche;
  3. introdurre un villain con motivazioni misteriose e risolverlo a tarallucci e vino;
  4. accorgersi che la storia sta prendendo una direzione non voluta e cambiarla di colpo;
  5. fare smaccatamente pubblicità;
  6. cambiare la continuità.

Eureka per due intere stagioni aveva evitato brillantemente tutto ciò. Le relazioni erano gestite con molta delicatezza e in maniera credibile, tutto succedeva naturalmente: l’avvicinamento tra il protagonista Carter e Allison, quest’ultima che pian piano si riavvicina al suo ex-marito, Carter che coi piedi di piombissimo prova a uscire con un’altra donna e le cose sembrano funzionare. Anche dal punto di vista della trama, è tutto abbastanza sensato: c'è il “disastro della settimana”, ovviamente, da sventare, ma ci sono anche sottotrame interessanti e lunghe diverse puntate, se non tutta la stagione.

La terza stagione distrugge tutto completamente. Vediamo come:

  1. Il personaggio della ragazza del lavasecco con cui Carter usciva alla fine della stagione viene completamente tagliato, senza una spiegazione, come se non fosse mai successo. In misura minore, anche il personaggio di Taggart scompare senza spiegazione per poi riapparire dopo 17 puntate dicendo di esser stato in Russia a fare trivellazioni sul ghiaccio. Anche il personaggio di Julia, la ragazza di Fargo, scompare per alcune puntate per poi ritornare più tardi;
  2. questo ha dell’incredibile. Kim, la compagna di Henry, muore per ben tre volte nel corso della serie. Prima muore per colpa dell’Artefatto, poi Henry torna indietro nel tempo per salvarla ma Carter lo blocca per salvare il continuum temporale e rimuore, poi incredibilmente ritorna come robot organico costruito da una navicella spaziale umana come computer di riserva nel quale immagazzinare i dati di 20 anni di volo tra le stelle. Il robot Kim viene fatto rimorire per la terza volta nel tentativo di estrarre i dati dal suo cervello, e Henry rimane “vedovo” della stessa persona per la terza volta. Gli sceneggiatori devono davvero odiarlo.
  3. nella terza stagione il villain è la misteriosa Thorne, che arriva per dirigere le ricerche scientifiche della cittadina ma in realtà ha un misterioso secondo fine. Carter intuisce qualcosa e cerca di far confessare la Thorne che si trincera decine di volte dietro il classico “top secret”. Alla fine si scopre semplicemente che non era cattiva ma voleva sigillare un edificio dove c’era una specie di “siero della vecchiaia” che fa invecchiare le persone in un mese, che aveva ucciso suo fratello anni prima. Tutto qua. Poteva dirlo subito e risparmiarci il suo stupido mistero.
  4. questo si riallaccia a 1., volendo. Per tutta la durata dello show gli sceneggiatori costruiscono la storia tra Carter e Allison senza mai farla sbocciare. Una relazione stabile tra Carter e la ragazza del lavasecco l’avrebbe allontanato troppo da Allison, così come il ritorno di fiamma tra lei e l’ex-marito. Che fare dunque? Niente, la tizia del lavasecco non è mai esistita e l’ex-marito di Allison muore in maniera stupidissima, il giorno delle nuove nozze con Allison, salvando il mondo facendo una cosa che solo lui poteva fare: attaccare due prese usb. Letteralmente. Lui scompare in una nuvola di fotoni per l’anima del cazzo, un compito che poteva fare qualunque comparsa o robottino in circolazione. E’ anche vero che l’attrice che impersona Allison era incinta, e marito e figlio l’avrebbero definitivamente allontanata da Carter. Quindi che fare? Teniamo il figlio e ammazziamo il marito.
  5. lo show è finanziato da due sponsor, Cisco system (che compare abbastanza spesso quando i personaggi usano pc o telefoni) e soprattutto una marca di deodoranti bene inquadrati quando qualcuno fa una doccia. La cosa assurda è che un’intera puntata è basata sulle proprietà di questi deodoranti: quando sopra Eureka si forma un altro sole, e tutti sudano come bestie, i personaggi che usano questo deodorante sono freschi come rose. PATETICO.
  6. in realtà succede una sola volta ma mi ha dato abbastanza fastidio. In una puntata si dice che tutti i progetti abbandonati non vengono distrutti ma messi in un magazzino speciale. La puntata ha proprio questo come punto di partenza, visto che Fargo usa inavvertitamente uno di questi aggeggi e scatena il putiferio. Nella terza stagione, invece, in un’altra puntata si dice che tutti i progetti abbandonati vengono riciclati, anche questo è centrale nella storia (il riciclatore ruberà alcuni oggetti per scatenare un altro putiferio).

Se non è salto dello squalo questo…

giovedì 15 luglio 2010

Tempo sprecato


Una battuta che ho sentito qualche tempo fa:

Ci sono due tizi su un pallone aerostatico, che per un problema finiscono fuori rotta e si perdono. Riescono a manovrare l'aeromobile quel tanto che basta per arrivare a portata di voce di una persona a terra, così gli urlano: "Scusi, ci può dire dove siamo?" Quello ci pensa un po' su e poi, appena prima che il pallone si allontani, urla loro di rimando: "Siete su una mongolfiera!"

Il mondo è pieno di persone così, che hanno la risposta giusta ma che non serve assolutamente a niente (per la cronaca, la barzelletta continuava con i due sulla mongolfiera che arrivavano alla conclusione che per questi motivi il tizio a terra doveva essere un matematico). Uno di questi è il tizio che ha scritto oggi a Severgnini sul Corriere, che punta il dito contro quelli che hanno fretta, che corrono, perché non si "godrebbero il mondo", che "non sono padroni del proprio tempo" perché "il tempo è la vera ricchezza".

Ditemi voi se avete mai letto niente di più banale.

Come se uno poi, provasse piacere a correre tutto il giorno, come se uno non corresse per finire più in fretta quello che è necessario che faccia per dedicarsi di più a quello che vuole fare. "Il massimo segno di volgarità, oggi, è la fretta"; bè, scusami se qualcuno ha di meglio da fare che aspettare i tuoi comodi.
Come quella volta che sono entrato in una tabaccheria cercando un biglietto dell'autobus che partiva di lì a momenti: il proprietario non c'era, era in bagno, o a farsi un panino non lo so, ma c'era una targhetta con scritto: "Se entrate con la fretta, si prega di ritornare con la calma".

Quindi, o tu che scrivi a Severgnini, che hai così tanto tempo da sfruttare... perché non lo usi per pensare prima di scrivere stronzate?

mercoledì 14 luglio 2010

Dura lex


Avere a che fare con le leggi della fisica e della matematica per troppo tempo tende ad avere un effetto che non so se chiamare "spiacevole": forse la parola più corretta è "imprevisto". Sapere che 3+1 fa 4, nel monoide commutativo (N, +) o che per qualsiasi due oggetti dotati di masse M e m, a distanza R, la loro forza gravitazionale d'attrazione è F= M*m* G /R^2, sempre, è una sensazione di potere indescrivibile. Le leggi sono leggi, nessuna possibilità d'errore, di interpretazione personale: l'individuo non conta niente, tu non conti niente, io non conto niente, quello che conta è quello che è.

Dicevo, l'effetto imprevisto sorge quando si va a considerare le altre "leggi": quelle dell'economia, o della giurisprudenza. Si tende a vederle come sorelle povere, deboli, piene di interpretazioni e di caveat, con la conseguenza o di downgradarle da leggi a suggerimenti, a "sarebbe meglio che", o viceversa di tentare di assolutizzarle, di privarle di qualsiasi margine d'errore: se ad Asheville nel North Carolina è illegale starnutire nelle strade cittadine, allora non si può fare, punto.

Tutto questo solo per dire che di Roman Polanski e della sua condanna per pedofilia non mi importa niente, e non mi importa sapere cosa ne pensi chiunque, davvero. Ognuno avrà una propria idea, che cozzerà clamorosamente con quella del vicino, col risultato che nessuna ha realmente alcun valore, se non per il proprietario. Ditemi semplicemente cosa prevede la legge americana, quella svizzera e quelle internazionali, e mi va bene così.

venerdì 9 luglio 2010

Spin-off, stagione 12


Con la consulenza dell'amico astromat, che è vivo e vegeto nonostante il suo blog non venga aggiornato da ere geologiche, lo spin-off di quest'oggi ha un sapore retrò: alla vostra sinistra il regista Roman Polanski, che non si sa più che fine abbia fatto dopo l'arresto in Svizzera, mentre alla vostra destra il suo spin-off, l'ex tennista Bjorn Borg.

mercoledì 7 luglio 2010

Pesce di babele


Diario del capitano, data astrale 201007.7

Sono passati ormai molti mesi da quando siamo arrivati su questo remoto pianeta. Abbiamo studiato dall'orbita le sue forme di vita e le loro culture, le lingue parlate, e abbiamo testato il nuovo traduttore universale che sembrava funzionare egregiamente. Siamo riusciti a conoscere il nome del pianeta in tutte le loro lingue: in alcune è Zjemlja, con alcune varianti (Zeme, Zjamlja), in altre Maa, in altre ancora Terra o Tierra, in quelle più diffuse Earth, Erde, Jorden e simili.

Eravamo pronti finalmente al primo contatto, volevamo scendere in una piccola città del continente che chiamano Europa, Bologna. Avevamo iniziato la discesa, quando uno dei nostri telescopi ha captato delle immagini che ci hanno rivelato che il nostro traduttore non è ancora a punto, per cui siamo ritornati in orbita e abbiamo iniziato a rivedere la programmazione del traduttore, anche se finora non abbiamo individuato l'errore.

Il telescopio ha mostrato un adulto della specie dominante, chiamata "umani", strattonare con forza un cucciolo della stessa specie ("bambini", li chiamano), dell'apparente età di circa 6 o 7 rivoluzioni terrestri. Alla fine l'adulto ha preso di peso, sollevandolo per un braccio, il cucciolo, terrorizzato e piangente, e l'ha portato via con sé. Alla scena hanno assistito molti altri adulti che non hanno fatto niente, compreso un giovane esemplare che portava le insegne distintive di una organizzazione, che il nostro traduttore ha tradotto come "Save the children", cioè "Salviamo i bambini".

Ovviamente il nostro traduttore ha dei problemi, non può essere la traduzione giusta.
Non possiamo rischiare il contatto senza il traduttore messo a punto, rischieremmo un'incomprensione interstellare. Se non riusciremo a trovare l'errore saremo costretti a partire, per sempre.

Qui il capitano, passo e chiudo.

lunedì 5 luglio 2010

Il salto dello squalo, terza serie


Quella che doveva essere una rubrica più o meno regolare, Il salto dello squalo, si sta rivelando in realtà una rubrica davvero regolare: una puntata all'anno, e passa la paura. Quest'anno parliamo probabilmente del salto dello squalo più veloce della storia delle serie televisive.

Persons unknown doveva essere, nelle intenzioni degli autori, una sorta di toccasana per tutti coloro che si sentono orfani di Lost. Ora, dopo le palate di merda che Lost ha scagliato sul suo pubblico, che spesso le ha accolte come fossero pepite d'oro, per tirare su gli animi sarebbe dovuta bastare anche una semplice scrollatina di pipì: non è difficile, dai.

Persons unknown rende programmatico tutto quello che in Lost invece è criptico: persone rapite senza un perché, ambientazione ricostruita, gli uni che vengono messi contro gli altri. Finalmente speravo in una serie misteriosa dove gli eventi accadono con un perché, e soprattutto senza divinazioni ultraterrene e magie. Partiva piuttosto bene, insomma.

Tutto questo fino alla seconda puntata, (sì, la seconda), dove i nostri riescono a scappare dalla sonic fence (Lost, anyone?) andando dritti per dritti per poi ritrovarsi, dopo un lampo di luce, al punto di partenza.

Ma andate a cacare, va'.

venerdì 2 luglio 2010

Monomaniawiki

I miei sensi di ragno mi fanno intuire che forse c'è il Palio di Provenzano, dovunque e qualunque cosa esso sia.
Certo che mi lascia un po' perplesso il fatto che nel mondo non sia successo nient'altro oggi. Bè, nessuna nuova, buona nuova.

lunedì 28 giugno 2010

Spin-off, stagione 11


Dopo lungo iato ritorna la rubrica Spin-off, dedicata quest'oggi ovviamente ai mondiali. Sarà la postura, sarà la professione, sarà la fine miseranda della Nazionale ancora piantata nella testa, ma quando oggi ho aperto una pagina internet dedicata a Delneri (a destra), allenatore di non so più che squadra, mi è subito venuto in mente l'uomo più odiato d'Italia, Marcello Lippi (a sinistra).

giovedì 24 giugno 2010

Another modest proposal


Dell'eliminazione dell'Italia mi importa davvero poco, anche se ho trovato fastidiosa più di altre volte la tattica di "perder tempo" messa in atto dagli slovacchi a pochi minuti dalla fine: sostituzioni su sostituzioni, gente che si rotola per terra senza motivo...

Una domanda a Blatter, promotore dei cambiamenti più inutili delle regole del calcio (golden gol, silver gol, il portiere che non può prendere la palla con le mani ecc ecc): sarebbe davvero così assurdo mettere il tempo effettivo di gioco come in tutti gli altri sport che si rispettino? Basket, pallanuoto, football americano, hockey, pallamano, tutte hanno il tempo effettivo. Magari non metti 90 minuti di tempo effettivo, ma che so, 60, 50. Due tempi da 25 minuti di tempo effettivo. Fai una sostituzione? Stop al tempo. Ti fai male? Stop al tempo, entri in campo la barella. Vuoi perder tempo? Lo fai con la palla tra i piedi, non con questi mezzucci indegni.

sabato 12 giugno 2010

Non abbiate paura


Sono acrofobo, aicmofobo, algofobo, atichifobo, aviofobo, (appena appena) amaxofobo, ceraunofobo, coulrofobo, emofobo, ergofobo, fobofobo, gelotofobo, glossofobo, idrofobo, oclofobo, oplofobo, osmofobo, neofobo, nosocomofobo, nosofobo, ofidiofobo, tripanofobo.

Che bello il greco. Quasi non ti fa capire che sostanzialmente sono un cagasotto.

mercoledì 9 giugno 2010

L'uomo senza microfono


Alcuni giorni fa me ne sono andato in piazza a sentire un po' di musica dal vivo, e purtroppo sono stato spettatore di uno dei discorsi più assurdi che abbia mai sentito. Ometterò nomi luoghi e date perché nessuno si senta offeso (tanto poi chi si deve sentire offeso si sentirà offeso comunque, mi spiace ma devo dire quello che penso).

Praticamente tra una canzone e l'altra un tizio viene invitato sul palco a parlare a nome di una associazione. Il discorso più o meno è questo:

L'altra sera, in una via qui vicina (nota via di locali, NdSpino), è successo un fatto GRA-VIS-SI-MO. I carabineri hanno mandato via un gruppo di persone che pacificamente stavano godendosi una serata all'aperto, chiacchierando e bevendo. Sono stati chiamati da quei parrucconi che vivono lì vicino, che vogliono toglierci la possibilità di divertirci, perché sono fascisti... voglio dire, se uno compra una casa allo stadio, per esempio, che costa pure poco, mica può pretendere il silenzio durante le partite! Stanno togliendo la vita a questa città... ecc ecc

Ero sbalordito, non potevo credere alle mie orecchie. Sono anche sbottato in un "ma che cazzo di discorso è?", ma quando un uomo senza microfono incontra un uomo col microfono, l'uomo senza microfono è un uomo muto.

Con che coraggio si può chiamare una scemenza del genere un fatto "GRA-VIS-SI-MO"? Gravissimo è un omicidio, la perdita del lavoro, la mafia. Davvero una nottata di festa interrotta è un fatto gravissimo? Se sto tizio pensa davvero che il fascismo sia questo, bè, non so che dire.

Una cosa è certa, però: tra un gruppo di bamboccioni che piange perché vuol divertirsi tutta la notte, coi soldi di papà magari, e la polizia non glielo permette, e i residenti delle case vicine che vogliono dormire, perché la mattina si alzano presto per andare a spaccarsi la schiena in fabbrica, per pagare il mutuo o l'affitto di quelle case che costano poco, solo perché sono le uniche che possono permettersi, insomma tra i borghesi e i lavoratori, io starò SEMPRE con i lavoratori.

sabato 5 giugno 2010

Diretta in differita


I miei complimenti alla Schiavone, che oggi ha vinto il Roland Garros, partita di cui ho visto gli ultimi, emozionanti minuti.
Ciò detto, questo è comparso sul sul Corriere pochi minuti dopo la fine del match. Qualcuno per favore mi spieghi a cosa serve il link "diretta" in homepage.

venerdì 4 giugno 2010

Tutto il viaggio minuto per minuto

Ed eccoci ritornati all'ovile dopo una sei giorni spettacolare in Alto Adige. Resoconto giorno per giorno:




  1. giro per Vipiteno. Vipiteno non è una città, né un paese. È una via. Inizia come "città alta", prosegue come "piazza città", finisce come "città bassa". Nient'altro. Quelli dei Borghi più belli d'Italia sono stati piuttosto generosi nell'includerla, comunque lo struscio è piuttosto piacevole, anche se discretamente solitario dato il periodo dell'anno. I posti dove mangiare sono pochi, anche se il vantaggio innegabile rispetto al resto della Penisola è che le porzioni sono doppie e il prezzo è la metà.



  2. sentiero del Gilfenklamm. Sentiero facile ma spettacolare, immerso nel verde all'inizio e poi incastonato dentro una gola strettissima percorsa da un torrente impetuoso, con passerelle e ponti e acqua rombante. Sicuramente da fare se siete in zona. Ritorno poi tramite un altro sentiero, in mezzo ad una fitta foresta.


  3. Mattina e sera a Chiusa, altro dei Borghi più belli d'Italia, posizione stavolta meritata. Anche qui il centro storico è poco più di una via, ma la posizione (nella stretta valle dell'Isarco), il monastero Sabiona che domina su uno sperone di roccia, l'atmosfera sono sicuramente un'altra cosa. Pomeriggio con gli amici astromat e cernia-hlodowig a Vipiteno, e a mangiare carne di cervo in una spettacolare trattoria a Campo di Trens.



  4. giro della val Venosta. Partendo da Vipiteno le opzioni sono due: o aggirare il Sarentino in autostrada fino a Bolzano e poi in superstrada fino a Merano, o attraversarlo tramite il passo di Monte Giovo, a 2090 m. Basandovi sulla foto sopra, secondo voi cosa abbiamo scelto? Passare dai 15 gradi di Vipiteno ai -2 del passo ai 24 di Merano, in poco più di un'ora, non ha prezzo. Comunque, arrivo a Glorenza, terzo dei Borghi più belli d'Italia, anche questo meritato. Mura di cinta completamente conservate, passerelle di guardia, porte della città intatte. Vago sentore coloniale spagnolo, chissà poi perché: muri bianchi, portici bassi. Il giro poi continua verso il passo Resia, col campanile del vecchio paese che spunta dal lago artificiale, breve sconfinamento a Nodrio in Austria, e ritorno, stavolta però con la comoda autostrada, non prima di una sosta a Foresta per birra e brezel allo stabilimento della Forst.


  5. escursione sul Monte Cavallo/Rosskopf, il monte che sovrasta Vipiteno. Esosissima salita in cabinovia, approdo a 1800 m, primo sentiero per scaldarci in falsopiano, verso il laghetto del Monte Cavallo e più oltre, su un largo crinale per arrivare al giogo di Flanes e godere dello spettacolo... dei ripetitori televisivi. Ritorno, pranzo al rifugio e poi l'idea: salire in cima al Monte Cavallo, 400 m più su. Detto, fatto, passando per un erto sentiero su uno stretto crinale, dopo un'ora si arriva in vetta (foto). Spettacolo totale, ma vertigini assicurate.


  6. Ritorno verso casa, passando per Molveno e il suo lago, poi per San Lorenzo in Banale, quarto dei Borghi più belli d'Italia ma assolutamente immeritato: la guida riporta come il nome "Banale" derivi da un tipo di servitù medievale (come il Banato e la Banovina nei Balcani), ma io sospetto invece trattarsi di semplice attributo qualificativo. In seguito discesa e fermata al bel lago di Tenno (sopra), tentativo infruttuoso, causa delirio di persone, di fermarsi a Riva del Garda per un bombolone da Susy e proseguimento sulla Gardesana Occidentale, fino a Brescia, e poi ripartenza per Bologna.

giovedì 27 maggio 2010

Messaggio di servizio

Per colpa di qualche imbecille che posta stronzate sul mio blog, ho introdotto la moderazione dei commenti. Mi spiace che per un cretino ci rimettano tutti, ma non voglio far entrare merda nel mio blog. Vi prometto che validerò i vostri commenti il prima possibile.

Caro tu sai chi, che mi hai scritto tre volte per scrivere insulti, rivolgiti pure altrove. Non so chi sei e non me ne frega niente, così come non sai chi sono io e non dovrebbe fregartene niente di quel che scrivo. A quanto pare non è così, quindi vai a vomitare altrove, grazie.

Non ho mai detto di esser democratico, qua comando io.

Yogurt fresco


Da domani, e fino a martedì, Spinoza e Picciula si teletrasportano (see magari) all'estero, in particolare a Vipiteno. Previsioni non annunciano che pioggia, le nostre ambite camminate in montagna sono a rischio, ma vedremo.

See you soon!

mercoledì 26 maggio 2010

Perso


Tutto ciò ha del mistico. Dopo sei anni di Lost penso di conoscere molto meglio la natura umana, di capire meglio ciò che ho intorno.

Ho capito che basta confezionare una merda in carta colorata per far sì che la gente la mangi. Ho capito che per fare lo sceneggiatore non è assolutamente richiesto sapere come chiudere una storia, basta saperla aprire. Ho capito che la gente è contenta di farsi prendere per il culo. Ho capito il medioevo prossimo venturo, dal momento che nell'eterna diatriba "scienza vs. fede" la gente sceglierà sempre la fede. Ho capito che quando non sai cosa fare, o il perché lo fai, basta mettersi su una faccia decisa e dire "fidati di me", ché la gente ti seguirà.

E io tremo. Tremo perché dopo aver seppellito Star Trek e Lost, Abrams seppellirà anche Fringe.

PS: Per una lista dettagliata di ciò che doveva essere, e non è stato, rivolgersi a Leetah.

martedì 25 maggio 2010

Il monte Fumaiolo, parte ventottesima


Volevo parlare di Lost, ma mi trovo costretto a posporre a domani per far spazio a un bellissimo monte Fumaiolo con venature WTF:

Gregoraci: «Fuori dal nostro yacht Nathan Falco non è più sereno»


Secondo me non è sereno perché si è accorto che ha due mentecatti come genitori che gli hanno appioppato un nome terrificante. Per favore, servizi sociali, portatelo via e affidatelo a una famiglia di non cerebrolesi. Magari in una casa normale, e non in un fottuto yacht, sarà più contento.

lunedì 24 maggio 2010

Deportivo la tristessa


Ho scarso interesse per lo sport. Di solito mi interessano quelli "puri", come l'atletica leggera o il nuoto, anche se essendo questi dei "contenitori" non tutte le discipline mi interessano allo stesso modo. Fosse per me, nel nuoto, manterrei solo lo stile libero: non capisco perché mantenere altri stili, quando lo scopo è andare più velocemente possibile da A a B e il modo migliore per farlo è appunto lo stile libero. Altrimenti, capovolgendo il ragionamento, perché mantenere solo quattro stili? E perché proprio quei quattro? Non potremmo aggiungere, che so, lo stile a un braccio solo, oppure lo stile cagnolino? Parimenti, nell'atletica leggera, abolirei senza piangerci sopra il salto con l'asta, l'orribile e ridicolo salto triplo e anche i 3000 siepi: siamo in una pista d'atletica, mica in un giardino botanico.

Per quanto riguarda i giochi, non credo che riuscirei a definire perché uno mi piace e l'altro no. Ad esempio non mi piacciono la pallavolo e il basket, perché a differenza di altri sport richiedono prerogative fisiche non sviluppabili volontariamente (devi essere alto, e se non lo sei non puoi allenarti per diventarlo). La pallanuoto non richiede queste prerogative, ma lo trovo uno sport lento e davvero poco spettacolare. Il football americano, al contrario, richiede fisici fuori dal comune ma mi piace perché è uno sport estremamente tecnico e molto spettacolare. Anche il baseball è molto tecnico e pieno di regole, ma mi appassiona come guardare un muro verniciato che si asciuga.

Il calcio è un capitolo a parte. Da una parte è uno sport elegante e non richiede fisici impossibili, ma dall'altra parte può essere davvero noioso. Il problema però è un altro. Il problema è proprio il suo essere un "capitolo a parte".

Ieri sono andato a prendere una pizza dal mio pizzaiolo di fiducia, un interista sfegatato. Di solito ha una tv sempre accesa sul calcio: ieri si stavano rivedendo la finale di Champions League, e il locale era pieno di interisti che urlavano, cantavano, piangevano e sventolavano bandiere. C'era un tipo coi capelli tinti di blu e nero che ogni dieci minuti urlava "Siamo campioni d'Europa, ve ne rendente conto? Dobbiamo urlare!!"

"Siamo"? Cosa vuol dire "siamo"? Hai giocato tu? Eri in campo? Sei un dirigente? Cosa te ne viene, perché devi renderti ridicolo in questa maniera?
Aspettando il mio turno mi sono sentito in imbarazzo per lui, e per tutta questa gente, che proiettano le loro vite grigie sulle prodezze sportive di venti persone che non hanno mai visto, con cui non hanno mai parlato, che vivono a 300 km di distanza e appartengono a gruppi socio-economici distanti anni luce. Ero l'unico in quel locale che non fosse ipnotizzato dal televisore, ma non avevo molti altri posti su cui posare lo sguardo.

Forse in realtà non è il calcio che mi irrita. E' il tifo, e solo per accidente capita che in Europa tifo e calcio si sovrappongano in larga parte.
La prossima volta la pizza, comunque, me la faccio portare a casa.

lunedì 17 maggio 2010

Regime (ipocalorico)


Che siamo vittime di un regime, questo lo si sa da tempo. Non c'è scelta, non ci sono possibilità, non c'è veramente il libero arbitrio.

Alcune volte è un bene: il fatto di poter votare solo esseri umani ci preserva dalla possibilità di scegliere un montone alla Presidenza del Consiglio. Anche se, ora che mi ci fate pensare, non sono sicuro che un montone non sia davvero alla Presidenza del Consiglio. E sono sicuro che nella Costituzione Italiana non ci sia il riferimento esplicito all'essere umano. E neanche nel codice civile: si è arrivati al paradosso che potremmo sposarci un furetto, purché del sesso opposto, ma non un essere umano dello stesso sesso. Ma sto divagando.

Altre volte è la libertà di scelta a esser deleteria: non si capisce altrimenti come definire il tortellino con la panna, o i jeans infilati dentro gli stivali, o Hanna Montana. Jabès disse una volta:

Che differenza corre tra scegliere ed essere scelto quando non possiamo fare altro che sottometterci alla scelta?

Nonostante la palese incongruenza sintattica, e la conseguente completa mancanza di senso (la differenza c'è e come: se scelgo non mi sottometto alla scelta, sono io che la sottometto), Jabès ha avuto la libertà di dire questa frase. Non sono completamente sicuro che sia stato un bene per l'umanità, o anche solo per lui, ma per il momento lasciamo correre.

Non so cosa sia la libertà. Di certo libertà non è partecipazione: se sono libero, devo anche essere libero anche di non partecipare (facoltà di cui mi avvalgo più che volentieri).

Per ora, la definizione di libertà che più mi trova d'accordo è questa:

Libertà è poter trovare al supermercato succo d'arance rosse non zuccherato, e non solo succo d'arance bionde non zuccherato o succo d'arance rosse zuccherato.

Regime. Regime.

venerdì 14 maggio 2010

Varie et eventuali

Ci sono cose che non hanno prezzo:

  • vedere, in zona universitaria, un ragazzo in infradito, pantaloncini e maglione di lana oversize fatto a mano, e indovinare all'istante trattarsi di un americano;
  • ritirare in ufficio dottorato i giudizi della commissione d'esame, e leggere che le ricerche sono "sufficientemente originali" (l'oggetto della ricerca era stato deciso dal mio capo), mentre le metodologie (sviluppate da me) appaiono "innovative e analizzate con buon senso critico", e ridere come uno scemo in mezzo alla strada pensando "alla faccia tua";
  • approntare i documenti per un concorso, e essere costretto a inserire la lista dei documenti e un'altra lista che comprenda anche la lista dei documenti, e così via all'infinito.
Per tutto il resto...

domenica 9 maggio 2010

Calcoli gratis


Sentitamente ringrazio l'acquedotto di Bologna, per essere riuscito in questi anni a erogare qualche particella di H2O insieme all'usuale mare di CaCO3. La sessione di restauro della vasca da bagno (perché non si può parlare di mera pulizia) era ampiamente risparmiabile: i cacciaviti dovrebbero servire a cacciare le viti, non a grattare via carbonato di calcio dal metacrilato. Così come la schiena umana dovrebbe servire a scopi altri rispetto allo stare curvi sulla vasca per lunghi periodi di tempo: difatti, se usata impropriamente, essa esigerà vendetta sul povero possessore della detta schiena.

E pensare che l'acqua del rubinetto vorrebbero persino farcela bere...

venerdì 30 aprile 2010

Spin-off, stagione 10


Spin-off quest'oggi suggerito dalla Picciula, da intendersi "a meno della zazzera": a sinistra Bjorn Ulvaeus (una delle B di ABBA), e a destra il suo spin-off contemporaneo, Maurizio Lupi, probabilmente la L del PdL...

venerdì 23 aprile 2010

Il monte Fumaiolo, parte ventisettesima


Draghi e Tremonti a Washington
Ministro e governatore al G20. Scelte strutture diverse per il soggiorno americano

Uno delle notizie più inutili che abbia mai visto. Il titolo lascia prefigurare odii personali, retroscena, faide tra Draghi e Tremonti. Praticamente niente di tutto ciò:
Approfittando dei lavori di ristrutturazione dell’elegante hotel di Georgetown, il ministro (ancora Tremonti) e il governatore (Mario Draghi), due anni fa hanno scelto una diversa sistemazione per il loro soggiorno nella capitale Usa. Il primo è sceso all’Hay-Adams hotel a due passi dalla Casa Bianca dove aveva anche soggiornato Silvio Berlusconi quando partecipò al G20 organizzato da Gorge W. Bush prima della scadenza del mandato. Draghi ha invece preferito il meno centrale Mandarin Oriental.

Due anni fa, perfino. Sempre sul pezzo, il Corriere.

giovedì 22 aprile 2010

Relatively Fumaiolo


Lecco, anziano suicida per strada
la gente scatta foto e continua a mangiare

C'è chi ha seguito i primi accertamenti della polizia scientifica sbocconcellando un panino e chi, come alcuni giovani turisti giapponesi, ha cercato di scattare una foto quanto mai macabra

Articoli come questo ce ne sono stati parecchi in passato, sulle varie testate. Sinceramente non capisco cosa vorrebbero i giornalisti che facessimo, se capitassimo in una situazione del genere. Posso capire le fotografie, di cattivo gusto, ma qual è il problema nella gente che si fa i fatti propri e continua a mangiare? Cosa dovrebbero fare? Andare al bar 500 metri più giù? Smettere di mangiare? Cosa cambierebbe? La gente muore in continuazione, dovrebbe fare qualche differenza il fatto che accade in mezzo a una via piuttosto che in un appartamento? Dovremmo tutti smettere di mangiare se nel range di 100 metri qualcuno muore?

mercoledì 21 aprile 2010

Le parole sono importanti


Benedetto XVI: "A Malta ho condiviso
il dolore delle vittime dei pedofili
"
Nel senso che se lo è fatto schiaffare in culo anche lui?

E scusate le volgarità... eventuali, (perché sennò significa che volevi essere volgare e non ci sei riuscito)

lunedì 5 aprile 2010

Tutte identiche d'aspetto


Lanciata la missione Shuttle verso la Stazione Spaziale internazionale. Porterà con sé il modulo Leonardo, costruito dall'Agenzia Spaziale Italiana: affiancherà gli altri due moduli italiani Donatello e Raffaello. Col prossimo Michelangelo, le Tartarughe Ninja nello spazio saranno al completo.

venerdì 26 marzo 2010

Spin-off, stagione 9



Dopo quasi un anno di assenza torna la rubrica Spin-off, una delle meno seguite devo dire.

Quest'oggi abbiamo Brenda, il trans del caso Marrazzo, e il suo spin-off cartaceo La Gatta del fumetto Ratman.

Ad maiora!

giovedì 25 marzo 2010

Lo so che lo sai


Palma della più stordita della settimana all'operatrice telefonica Hera (servizio gas) che alla mia richiesta di spiegazioni su come mai mi fosse arrivata da pagare una bolletta che avevo già pagato, mi recita a memoria tutta la normativa interna sulle soglie di pagamento (che non c'entravano niente) dal 2005 ad oggi. C'è voluto un po' per riportarla alla ragione.

mercoledì 24 marzo 2010

La valigia di cartone


C'era una volta un mondo diverso, un mondo fatto di emigranti con la valigia di cartone che prendevano il mare e via, a lavorare in un paese straniero per mesi, anni, senza avere la possibilità di parlare con i propri cari se non per lettera, magari facendosela leggere perché analfabeti. Tali famiglie sopravvivevano, si ricongiungevano e la vita continuava.

Penso a questo, e alla sensazione di straniamento e di solitudine che provo ora, dopo una sola settimana di vita da solo, nonostante la mia Picciula non sia in Australia ma a Brescia, che la sento e la vedo sempre via skype e al telefono, e penso a quante palle avevano quelli di cent'anni fa, rispetto a noi ora. Ma non riesco comunque a togliermi dalla mente la sensazione che ogni sera passata senza di lei sia... sprecata.

martedì 9 marzo 2010

Il monte Fumaiolo, parte venticinquesima


Su "A" Alena Seredova e Buffon
«Secondo voi ci lasciamo?»
Il gossip li descrive sull’orlo della separazione. Loro annunciano: «Ci sposiamo»


Rispondo io rispondo io!

"E chi se ne frega!"

sabato 6 marzo 2010

Io non voterò


Via libera per legge alla lista di Formigoni e del Pdl a Roma
Bersani: "Un trucco". Di Pietro: "Dobbiamo scendere in piazza"

Liste, varato il dl. Opposizione in rivolta
Via libera del Colle: interpreta la legge


Mai più. Non serve.