venerdì 4 luglio 2008

Bears in the time of science

Ci avete presente l'Islanda?

A dire il vero neanche io. Cioè, mi era sempre sembrato un posto fico, non tanto per il ghiaccio e il fuoco e quelle menate là, che se vai in cima al Mongibello li trovi entrambi comunque. Più che altro per le persone, come si dice, la cultura, sin da quando da bambino avevo letto nel Milione(*) quella cosa strafichissima che gli islandesi non hanno cognomi ma solo patronimici, e c'era l'esempio di una famiglia composta da Peter Nilsson e Helga Olafsdottir che hanno un figlio e una figlia, Magnus Petersson e Sigrun Petersdottir, cioè 4 cognomi diversi in famiglia, perché Magnus è figlio di Peter e Sigrun è figlia di Peter.

Che poi mi sono sempre chiesto come funziona per i figli di NN, ché in Italia quando eri figlio di NN si leggeva sulla carta di identità, e poi l'hanno tolta perché poteva generare prese in giro. In Islanda si vede che sono meno portati allo scherno.

Che poi mi sono sempre chiesto come mai Emiliana Torrini, figlia di un italiano ma islandesissima, non si chiamasse, che so, Emiliana Saveriosdottir. Forse perché questo poteva generare prese in giro persino in Islanda.

E insomma, gli islandesi erano pure gente simpatica, se vai su Wikipedia dice che riescono a leggere le antiche saghe di Thor e Odino e il Beowulf come se leggessero il giornale, perché l'islandese in centinaia di anni è cambiato pochissimo. Fa strano pensare che il poema epico nazionale inglese è scritto in islandese. E che il motto della monarchia inglese è scritto in francese (Dieu et mon droit). E che il motto del principe di Galles è in tedesco (Ich dien). E che la cucina nazionale inglese è quella indiana.

Oppure pensi al fatto che gli islandesi sono meno dei bolognesi, però hanno la Torrini, Björk e i Sigúr Ros, mentre Bologna ha gli Stadio, Mingardi e Cristina d'Avena, ti fa venire ancora più simpatia per quella terra lontana (o ti fa avere ancora più in odio Bologna, il che va bene lo stesso).

Ti cominciano un poco a perdere l'aura di simpatia quando leggi, sempre su Wikipedia, che a loro la mania francese di francesizzare tutto gli fa una pippa, perché sono molto peggio. Hanno l'Istituto di Lingua Islandese che si inventa nuove parole per tutte le diavolerie moderne: elettricità si dice rafmagn che letteralmente vuol dire "potere dell'ambra" (sembra un po' un urlo di battaglia alla Sailor Moon), oppure computer che si dice tölva (da tala "cifra" e völva "profetessa"!).

Qualche punto lo han perso anche quando hanno rifiutato con sdegno l'ingresso nell'Unione Europea. Vabbé che là dove stanno di Europa ne vedono pochina, ma visto che l'Unione Groenlandese non l'hanno ancora fatta, voglio dire, che gli costava?

Ovviamente, il crollo di popolarità lo hanno avuto quando, insieme ad altra gentaglia come giapponesi, coreani (che dopo il mondiale del 2002 per me non esistono più), norvegesi (forse la nazione più antipatica del mondo) e russi (e vabbé, mostrami un russo simpatico e io mi butto dalla cupola del Cremlino), hanno rifiutato il bando alla caccia alle balene. I giapponesi hanno giustificato questa indecenza trincerandosi dietro non meglio identificati "motivi scientifici": il fatto che lo dicessero sghignazzando tra di loro e togliendosi pezzetti di fanone dai denti non ha insospettito nessuno.

Gli islandesi sono stati ben più diretti: "se arrivano nei nostri mari sono le nostre" hanno detto a Reykjavik (che letteralmente vuol dire "la chiavica del re", o se non è quello il significato, bé dovrebbe esserlo). Da lì a sparare ad un orso bianco (altro animale in pericolo di estinzione) che aveva avuto l'ardire di approdare sulle loro coste, il passo è stato breve. Secondo questa linea di ragionamento, anche un turista un po' caciarone potrebbe trovarsi un paio di pallini da caccia nelle chiappe.


(*)lo so che Marco Polo non ci è mai andato in Islanda. Io parlo di quello strano incrocio tra enciclopedia e atlante geografico che mezza Italia aveva in casa. L'altra mezza Italia aveva però i Quindici, ve li ricordate? quella specie di enciclopedia per ragazzi piena di cose fiche. Ce l'aveva il mio amico Simone, gliela invidiavo tantissimo, mi ricordo in particolare un articolo sulle sequoie dove c'era il disegno della sequoia con il tunnel automobilistico in mezzo, che mi chiedevo sempre "Ma che diamine, la strada non potevano farla 10 metri più in là, proprio in mezzo a quel povero albero dovevano farla passare?"
Roba che se fosse stata in Islanda la povera sequoia sarebbe stata abbattuta a colpi di C4.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io adoro gli iceslandesi comunque.
^_^

Tempo fa mi ci ero interessato per il livello di istruzione altissimo.

In effetti il loro atteggiamento è molto "territoriale", ma visto come hanno vissuto (e dove) fino ad ora, c'è poco da fare.

Riguardo la storia dell'Islanda in Europa: beh, la mia opinione è che comunque ci stavano a dire poco, anche solo per la posizione (poi se ci volevano entrare tanto meglio).

Rustego ha detto...

Io ho un po' il mito di tutti i paesi nordici, dalla piatta Danimarca con i biondi "Danai" sempre sorridenti alla elegante Svezia, alla simpatica e rocciosa Norvegia, sino agli "odiosi" islandesi. Però non ho ancora visto l'Islanda, che però penso abbia le sue buone ragioni per starsene un po' alla larga da noi...

Anonimo ha detto...

Eh beh, del resto non esistono popolazioni perfette. Noi siamo fregoni e mangiamo sopra a ogni cosa, spendiamo miliardi di euro per il cazzo. loro non sono animalisti. Ognuno ha le sue.