venerdì 22 maggio 2009
No regrettes
Cosa c'è di più duraturo di un tatuaggio? Si possono togliere, certo, ma il procedimento è laborioso, costoso e - dicono - doloroso.
Per questo bisognerebbe pensarci non bene, strabene, prima di farsene uno. Passino i disegni (ma poi voglio vedere uno fra cinquant'anni, sovrappeso con le rughe e con un teschio sanguinante tatuato sul bicipite), ma le scritte sono pericolose. Specie quelle in un'altra lingua.
Ce ne sono una marea, specie in ideogrammi cinesi e giapponesi: il tatuatore giura e spergiura che quei quattro caratteri così eleganti significano "profumo di fiore di pesco" ma non capisci perché tutti quelli con gli occhi a mandorla che ti vedono in spiaggia si ribaltano dalle risate. Non è per le maniglie dell'amore (ce l'hanno anche loro), né per la pelle color mozzarella del primo giorno di mare. Così ti compri un dizionario giapponese-italiano, e faticosamente rintracci i simboli così arzigogolati che ti sei fatto incidere con un punteruolo intinto nell'inchiostro, e sbarrando gli occhi per l'orrore ti accorgi che da sei mesi ti stai carreggiando appresso la scritta "mi caco addosso tre volte al dì".
Sei un'attrice, sei sulla cresta dell'onda per via di un serial televisivo molto popolare, sei di origine italiana, si capisce dal cognome. Ti chiami Hayden Panettiere, e un bel giorno decidi di far deturpare la tua bella pelle da ventenne con una scritta nella lingua dei tuoi antenati, la lingua di Dante, in un bel corsivo elegante.
Vai in un costoso tattoo parlor a Pacific Palisades, sganci un migliaio di dollari che hai guadagnato forse in 4 minuti di lavoro, e scegli una bellissima frase, pregna di significato, una missione, un modo di vivere: dici con orgoglio al tatuatore che la frase che dovrà scolpire sulla tua epidermide è "vivere senza rimpianti". Il tatuatore storce un po' il naso, l'italiano e gli italiani non gli sono mai piaciuti: suo nonno ha fatto lo sbarco in Sicilia per liberare quei pezzenti da quel piuccheppezzente di Mussolini e ci ha lasciato le penne. Comunque è un professionista, non si fa certo fermare da questo e inizia il suo lavoro.
Finisce, guarda ammirato la sua opera. Ti porge uno specchio e ti ammiri anche tu, soddisfatta e felice. Felice finché qualcuno che mastica un po' più di italiano di te e del tatuatore si accorge: la scritta in realtà recita "vivere senza rimipianti".
In un sol colpo ti sei resa ridicola e, per di più, non potrai tener fede alla frase che - anche se sgrammaticata - porti addosso. Un rimpianto ce l'avrai: "ma chi cazzo me l'ha fatto fare sto tatuaggio?"
ciarlando di
idiocracy,
il ritorno del monnezza,
quarto potere
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8 commenti:
Haha, tristissimo...
ma andare prima a farsi un giro su internet, tanto per controllare l'ortografia?
...quando la gente è scema...
Fantastico. :D
Adoro il tuo blog perchè spesso ci si trova queste chicche che io manco se me le lanciano contro il muro le vedo.
Bellissima sta nius.
(Che sfiga pero', la aiden panettiere)
Ahah no che tristezza!
A me piacciono troppo poco le cose definitive per mai farne uno, anche se addosso agli altri spesso mi piacciono. Quì a Savona c'è un vecchietto che gira con tatuato sulla guancia "Gutte Gutte Gutte" (???). Una mia compagna del liceo, invece, dopo le vacanze estive, torna con una maschera di carnevale tatuata sul collo. "Ma cosa significa?" - "Eh, è una cosa che mi è successa" (?????)
oggi io e l'imbrattatele abbiamo letto il tuo post e altro e poi siamo andate a zonzo, ad un certo punto abbiamo incontrato una famiglia di giapponesi.. me la sono vista piombare addosso e poi nell'orecchio mi ha sussurrato "non è che hai qualche tatuaggio scritto in giapu? sarà bene che tu lo nasconda..." ahhhh questi post!
ps bello anche questo post, bravo! ma dove le trovi queste chicche?
tristezza! :-(
Io ho merlino sul deltoide e non mi sono mai pentito.
Ma per strada la gente le fa il coro "Scema! Scema! Scema!"...che poi chissà com è in inglese, forse "Dummy! Dummy! Dummy!".
Cmq è vero, lo sanno tutti, che è meglio avere dei rimorisi che dei rimipianti!
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