mercoledì 23 aprile 2008
Un Paese dilettante
Ieri, in un incontrollabile impulso di vanità, mi sono messo a spulciare i vecchi post di There's no life before coffee. Mi sono soffermato in particolare su E continuiamo così, facciamoci del male, e sul commento di Jack che mi aveva dato qualche spunto. Forse è ora di parlarne, anche se un po' per vie traverse.
Il discorso in questione è quello dell'involuzione culturale italiana. Non si può spiegare altrimenti, ad esempio, una vergogna come quella che ci racconta il Corriere della Sera: in pratica in Italia 7 ginecologi su 10 non prescrivono l'interruzione di gravidanza. Siamo arrivati all'assurdo che l'applicazione di una legge dello Stato è ostacolata proprio da coloro che dovrebbero applicarla, e soprattutto che lo Stato non fa niente per evitarlo.
Se fossimo stati in uno Paese serio (ma ormai è palese che non c'è speranza per questo) questi medici sarebbero stati obbligati a farlo, oppure radiati.
Ma tant'è. Mi viene in mente quella vignetta di Mafalda, che rimprovera Susanita di aver chiamato l'Argentina "Paese sottosviluppato". "Ma non ti vergogni, Susanita? Il nostro non è un Paese sottosviluppato... è un paese dilettante!"
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