
La matematica non è un'opinione. Se si usa un termine invece di un altro, succedono casini. Tempo fa una sonda spaziale da centinaia di milioni di dollari si è schiantata su Marte perché una parte dei suoi sistemi ragionava in metri e l'altra parte in piedi, che non è la stessa cosa, sapete.
E non è che i matematici inventino termini perché si divertano. L'integrale è una cosa ben precisa, e non è il tipo di abbronzatura che vorresti vedere nella tua popputa vicina di ombrellone; il delta non è il tuo modello preferito di Lancia, né quello di Venere, sempre della tua popputa vicina di ombrellone.
Così, quando l'incommentabile
Corriere della Sera, neanche in grandissima evidenza, titola: "Crisi Italia, dimezzato il PIL" mi viene un coccolone. O metà fabbriche del Paese sono esplose contemporaneamente, o un'epidemia di leptospirosi fulminante si è levata dai cumuli di rifiuti di Napoli per falcidiare metà della popolazione dello Stivale.
Niente di tutto ciò, tranquilli. Lasciate il telefono, non serve chiamare i propri cari per sapere se sono ancora vivi. È l'
aumento del PIL a essersi dimezzato. Le fabbriche ancora ci sono, l'epidemia napoletana non c'è (ancora).
Così come è inutile che vi lamentiate quando vi dicono "l'inflazione è diminuita", però poi andate del verduraio e trovate le puntarelle aumentate di 30 centesimi. "L'inflazione è diminuita" non vuol dire "i prezzi sono diminuiti"; ma vuol dire "l'aumento dei prezzi è diminuito". I prezzi aumenteranno sempre e comunque, mettetevi l'anima in pace.