giovedì 23 aprile 2009
La verità ai tempi di Google
Un lago negli Stati Uniti si vanta di avere il nome più lungo del mondo. Come sia possibile che un lago si vanti di qualcosa mi è oscuro, ma diamolo per buono.
Perché permettere che un lago possegga un nome tanto ridicolo come Chargoggagoggmanchauggagoggchaubunagungamaugg, mi è altresì oscuro. Dicono che fosse il modo degli indigeni Nipmuc di chiamarlo, e significherebbe "Tu peschi dalla tua parte, io pesco dalla mia parte - e nessuno pesca nel mezzo". Il prossimo che afferma che gli indiani d'America fossero saggi e in contatto con la natura si prende una canna da pesca in testa.
Perché esistano reporter che scoprono lo scandalo Watergate e altri che si preoccupano del fatto che il nome idiota di quel lago è scritto sbagliato sui cartelli, mi è vieppiù oscuro.
Ma soprattutto perché, invece di chiedere agli indiani quale cavolo fosse realmente lo stupido nome di quello stupido lago, ci si sia affidati a Google per scoprirlo ("cerchiamolo in tutte le versioni, quello che ha più pagine associate è il vincitore") mi è oscuro in maniera totale.
ciarlando di
idiocracy,
intrappolato nella rete,
quarto potere
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4 commenti:
a me invece la toponomastica dei nativi sembra molto saggia. Al contrario del comportamento degli italiani per cui il 77% della popolazione, pur non dichiarandosi elettori del pdl, afferma di gradire il premier. "Io pesco i miei voti a sinistra, tu a destra e nessuno li pesca nel mezzo" come si potrebbe dire?
Per citare qualcuno di mia conoscenza: "però tu te le vai a cercare"! ;)
@federica: a me non sembra tanto saggia, non si capisci chi è "tu", chi è "io" dove è il centro, boh, secondo me gli indiani si sono sterminati da soli per questioni semantiche.
@belphagor: touchè!
Secondo Repubblica hanno pure "promosso una revisione di alcuni cartelli turistici". Inarrivabili.
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