lunedì 9 novembre 2009
La resistance lives on
In questi giorni ricorre il ventennale della cosiddetta "caduta del Muro di Berlino", un nome stupido e sbagliato per designare un momento fondamentale nella politica mondiale. Stupido perché il Muro di Berlino non è "caduto": è stato abbattuto. Sbagliato perché lo fa sembrare un movimento nato dal basso, dal popolo, mentre è stato l'establishment sovietico a decretarne la fine.
Per come viene visto oggi, o almeno raccontato dalla stampa, il fatto che il comunismo dei Paesi dell'Est sia finito è un indice della non sostenibilità di tale ideologia, delle contraddizioni interne che l'hanno portato ad una inevitabile morte. Perfino la mia prof di Italiano al liceo, quasi quindici anni fa, era convinta che il comunismo fosse finito perché "non puoi tenere una popolazione oppressa indefinitamente. Ad un certo punto salta il tappo".
Niente di più sbagliato.
A metà-fine anni '80, non c'era assolutamente nessun segnale che il comunismo potesse finire in maniera drammatica. Anzi, la divisione Est-Ovest e la paranoia reciproca era ai massimi livelli. Se non fosse stato per una persona, una persona sola, il comunismo in Europa non sarebbe mai finito. Quella persona era, ovviamente, Mihail Gorbachov.
È stato Gorbachov a decretare la fine della dottrina Brezhnev e ad annunciare la "dottrina Sinatra", in cui ogni Paese del blocco comunista poteva decidere da solo il proprio destino. Lo decise senza alcun motivo contingente. Semplicemente perché gli sembrava più giusto così. Sì, magari l'aspetto economico fu importante: era difficile mantenere un apparato militare così imponente. Ma lo era parimenti per gli Stati Uniti, che però decisero negli anni '80 di continuare a "mostrare i muscoli". Tant'è che dopo la fine della Guerra Fredda, per poter giustificare una spesa militare così alta gli americani si inventarono una marea di altre guerre: il Golfo, il Kossovo, l'Afghanistan, l'Iraq. Ma sto divagando.
Come conseguenza della dottrina Sinatra, l'Ungheria decise di aprire le sue frontiere all'Occidente; migliaia di gente dell'Est, tedeschi compresi, si riversarono in Austria e in Germania Occidentale. Il Muro di Berlino fu abbattuto semplicemente perché diventato improvvisamente "inutile", dal momento che la gente aveva altra via per fuggire.
Non fu neanche abbattuto, il muro di Berlino. Fu semplicemente "aggirato".
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2 commenti:
ho visto "Le vite degli altri" quando e' uscito. C'e' una scena in cui il superiore del protagonista (importante spia della Stasi) gli annuncia il suo declassamento. Esce dalla macchina e lascia sul sedile una copia di giornale in cui c'e' la notizia del'elezione di Gorbaciov. Ma lo sai che mi sono sorpresa (al cimena ed in mezzo alla gente) a fare il poco elegante gesto dell'ombrello?
pensa che ho sempre tenuto il poster di Gorby in camera. semplicemtente perchè era giusto così. senza però rifletterci seriamente. pecco di superficialità.grazie del post
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