giovedì 13 gennaio 2011

I nazisti dell'Illinois, fase 3


Questa puntata dei nazisti dell'Illinois, la rubrica nella quale recensisco i film che non ho visto, nasce dalla visione del box-office italiano di questa settimana. Se andate in qualsiasi sito di cinema, troverete un oggetto alieno che ha incassato 19 milioni di euro, staccando il secondo fermo a 4. Un così grande distacco significa che il vincitore è un film epocale, uno di quelli di cui si parla da anni, magari uno di Kubrick (damn, è morto), o un mega-effettone-speciale di Michael Bay (damn, non è morto).

Niente di tutto ciò. È Che bella giornata, regia di Gennaro Nunziante, con Checco Zalone.

Per sapere chi diavolo fosse Checco Zalone sono dovuto andare su Wikipedia: mi aspettavo un figlio delle scuole di cinema italiane, magari un attore navigato ma esploso tardi (come, chessò, Toni Servillo), o uno spettacolare esordiente (tipo Alba Rohrwacher).

Lette due parole ho capito. E ho pianto.
Le due parole erano "Zelig" e "sgrammaticato".

"Checco Zalone" pare sia un gioco di parole in dialetto barese: "che cozzalone" significherebbe "che tamarro".

Vediamo un po'. Un comico di Zelig, dalla forte caratterizzazione dialettale del sud, che parla in italiano sgrammaticato. Uau, credo che sia una cosa nuova.

Il film, "Che bella giornata" (pure il titolo è innovativo), parla ovviamente di uno del Sud che lavora a Nord. Perché non è che al Sud il lavoro scarseggia, no, non c'è proprio: uffici deserti, pompe di benzina solo self, negozi vuoti.
Magari fa un lavoretto e sogna il posto fisso, tipo statale? E magari si innamora pure di una bellissima ragazza? Che, proprio per non farci mancare niente, è un'araba che vuole far saltare in aria qualche infedele. Tutte cose mai viste, di un'originalità che spacca.
E vuoi che Checco, novello Candide, non abbocchi all'amo della bella araba? Perché il protagonista è ingenuo, buono, vede solo il positivo nelle persone. E vuoi che la bella araba, vista la bontà e la dedizione di Checco, non si converta all'istante e decida di non far saltare in aria un bel niente? Tanto, da dove viene lei non ci sono terroristi che tengono sotto scacco la sua famiglia, minacciando di ucciderli se lei non si fa saltare in aria. Noooo, i terroristi, anche loro, sono così ingenui!
In mezzo, 2 ore di italiano sgrammaticato, battute dialettali, il tontolone che non passa gli esami da carabiniere perché dice sciocchezze (come se bisognasse essere Einstein per fare il caramba) e tanti buoni sentimenti.

Signori, la televisione sul grande schermo: benvenuti alla morte del cinema.

3 commenti:

Jack ha detto...

Il prossimo post lo potresti fare su Skyline.

Spinoza ha detto...

Che, a dire il vero, è la prima volta che sento nominare. Mi informo

Monica ha detto...

oooohhhh finalmente... in questi giorni è proibito parlar male di questo film con chiunque... piace a tutti! hai ragione, è una tristezza. Non per il personaggio in sè, "Che Cozzalone" sta bene a zelig a far il comico... ma pensare che l'Italia vuole questo come suo cinema... tristezza e disperazione!!!!! e vabbhò, camma fa?!!! andiamo avanti, sperando...