Per colpa di qualche imbecille che posta stronzate sul mio blog, ho introdotto la moderazione dei commenti. Mi spiace che per un cretino ci rimettano tutti, ma non voglio far entrare merda nel mio blog. Vi prometto che validerò i vostri commenti il prima possibile.
Caro tu sai chi, che mi hai scritto tre volte per scrivere insulti, rivolgiti pure altrove. Non so chi sei e non me ne frega niente, così come non sai chi sono io e non dovrebbe fregartene niente di quel che scrivo. A quanto pare non è così, quindi vai a vomitare altrove, grazie.
Non ho mai detto di esser democratico, qua comando io.
giovedì 27 maggio 2010
Yogurt fresco
mercoledì 26 maggio 2010
Perso
Tutto ciò ha del mistico. Dopo sei anni di Lost penso di conoscere molto meglio la natura umana, di capire meglio ciò che ho intorno.
Ho capito che basta confezionare una merda in carta colorata per far sì che la gente la mangi. Ho capito che per fare lo sceneggiatore non è assolutamente richiesto sapere come chiudere una storia, basta saperla aprire. Ho capito che la gente è contenta di farsi prendere per il culo. Ho capito il medioevo prossimo venturo, dal momento che nell'eterna diatriba "scienza vs. fede" la gente sceglierà sempre la fede. Ho capito che quando non sai cosa fare, o il perché lo fai, basta mettersi su una faccia decisa e dire "fidati di me", ché la gente ti seguirà.
E io tremo. Tremo perché dopo aver seppellito Star Trek e Lost, Abrams seppellirà anche Fringe.
PS: Per una lista dettagliata di ciò che doveva essere, e non è stato, rivolgersi a Leetah.
martedì 25 maggio 2010
Il monte Fumaiolo, parte ventottesima
Volevo parlare di Lost, ma mi trovo costretto a posporre a domani per far spazio a un bellissimo monte Fumaiolo con venature WTF:
Gregoraci: «Fuori dal nostro yacht Nathan Falco non è più sereno»
Secondo me non è sereno perché si è accorto che ha due mentecatti come genitori che gli hanno appioppato un nome terrificante. Per favore, servizi sociali, portatelo via e affidatelo a una famiglia di non cerebrolesi. Magari in una casa normale, e non in un fottuto yacht, sarà più contento.
lunedì 24 maggio 2010
Deportivo la tristessa
Ho scarso interesse per lo sport. Di solito mi interessano quelli "puri", come l'atletica leggera o il nuoto, anche se essendo questi dei "contenitori" non tutte le discipline mi interessano allo stesso modo. Fosse per me, nel nuoto, manterrei solo lo stile libero: non capisco perché mantenere altri stili, quando lo scopo è andare più velocemente possibile da A a B e il modo migliore per farlo è appunto lo stile libero. Altrimenti, capovolgendo il ragionamento, perché mantenere solo quattro stili? E perché proprio quei quattro? Non potremmo aggiungere, che so, lo stile a un braccio solo, oppure lo stile cagnolino? Parimenti, nell'atletica leggera, abolirei senza piangerci sopra il salto con l'asta, l'orribile e ridicolo salto triplo e anche i 3000 siepi: siamo in una pista d'atletica, mica in un giardino botanico.
Per quanto riguarda i giochi, non credo che riuscirei a definire perché uno mi piace e l'altro no. Ad esempio non mi piacciono la pallavolo e il basket, perché a differenza di altri sport richiedono prerogative fisiche non sviluppabili volontariamente (devi essere alto, e se non lo sei non puoi allenarti per diventarlo). La pallanuoto non richiede queste prerogative, ma lo trovo uno sport lento e davvero poco spettacolare. Il football americano, al contrario, richiede fisici fuori dal comune ma mi piace perché è uno sport estremamente tecnico e molto spettacolare. Anche il baseball è molto tecnico e pieno di regole, ma mi appassiona come guardare un muro verniciato che si asciuga.
Il calcio è un capitolo a parte. Da una parte è uno sport elegante e non richiede fisici impossibili, ma dall'altra parte può essere davvero noioso. Il problema però è un altro. Il problema è proprio il suo essere un "capitolo a parte".
Ieri sono andato a prendere una pizza dal mio pizzaiolo di fiducia, un interista sfegatato. Di solito ha una tv sempre accesa sul calcio: ieri si stavano rivedendo la finale di Champions League, e il locale era pieno di interisti che urlavano, cantavano, piangevano e sventolavano bandiere. C'era un tipo coi capelli tinti di blu e nero che ogni dieci minuti urlava "Siamo campioni d'Europa, ve ne rendente conto? Dobbiamo urlare!!"
"Siamo"? Cosa vuol dire "siamo"? Hai giocato tu? Eri in campo? Sei un dirigente? Cosa te ne viene, perché devi renderti ridicolo in questa maniera?
Aspettando il mio turno mi sono sentito in imbarazzo per lui, e per tutta questa gente, che proiettano le loro vite grigie sulle prodezze sportive di venti persone che non hanno mai visto, con cui non hanno mai parlato, che vivono a 300 km di distanza e appartengono a gruppi socio-economici distanti anni luce. Ero l'unico in quel locale che non fosse ipnotizzato dal televisore, ma non avevo molti altri posti su cui posare lo sguardo.
Forse in realtà non è il calcio che mi irrita. E' il tifo, e solo per accidente capita che in Europa tifo e calcio si sovrappongano in larga parte.
La prossima volta la pizza, comunque, me la faccio portare a casa.
ciarlando di
42,
bonjour tristesse,
fuori sincrono
lunedì 17 maggio 2010
Regime (ipocalorico)
Che siamo vittime di un regime, questo lo si sa da tempo. Non c'è scelta, non ci sono possibilità, non c'è veramente il libero arbitrio.
Alcune volte è un bene: il fatto di poter votare solo esseri umani ci preserva dalla possibilità di scegliere un montone alla Presidenza del Consiglio. Anche se, ora che mi ci fate pensare, non sono sicuro che un montone non sia davvero alla Presidenza del Consiglio. E sono sicuro che nella Costituzione Italiana non ci sia il riferimento esplicito all'essere umano. E neanche nel codice civile: si è arrivati al paradosso che potremmo sposarci un furetto, purché del sesso opposto, ma non un essere umano dello stesso sesso. Ma sto divagando.
Altre volte è la libertà di scelta a esser deleteria: non si capisce altrimenti come definire il tortellino con la panna, o i jeans infilati dentro gli stivali, o Hanna Montana. Jabès disse una volta:
Che differenza corre tra scegliere ed essere scelto quando non possiamo fare altro che sottometterci alla scelta?
Nonostante la palese incongruenza sintattica, e la conseguente completa mancanza di senso (la differenza c'è e come: se scelgo non mi sottometto alla scelta, sono io che la sottometto), Jabès ha avuto la libertà di dire questa frase. Non sono completamente sicuro che sia stato un bene per l'umanità, o anche solo per lui, ma per il momento lasciamo correre.
Non so cosa sia la libertà. Di certo libertà non è partecipazione: se sono libero, devo anche essere libero anche di non partecipare (facoltà di cui mi avvalgo più che volentieri).
Per ora, la definizione di libertà che più mi trova d'accordo è questa:
Libertà è poter trovare al supermercato succo d'arance rosse non zuccherato, e non solo succo d'arance bionde non zuccherato o succo d'arance rosse zuccherato.
Regime. Regime.
ciarlando di
42,
fuori sincrono,
l'ira di Hulk
venerdì 14 maggio 2010
Varie et eventuali
Ci sono cose che non hanno prezzo:
- vedere, in zona universitaria, un ragazzo in infradito, pantaloncini e maglione di lana oversize fatto a mano, e indovinare all'istante trattarsi di un americano;
- ritirare in ufficio dottorato i giudizi della commissione d'esame, e leggere che le ricerche sono "sufficientemente originali" (l'oggetto della ricerca era stato deciso dal mio capo), mentre le metodologie (sviluppate da me) appaiono "innovative e analizzate con buon senso critico", e ridere come uno scemo in mezzo alla strada pensando "alla faccia tua";
- approntare i documenti per un concorso, e essere costretto a inserire la lista dei documenti e un'altra lista che comprenda anche la lista dei documenti, e così via all'infinito.
domenica 9 maggio 2010
Calcoli gratis
Sentitamente ringrazio l'acquedotto di Bologna, per essere riuscito in questi anni a erogare qualche particella di H2O insieme all'usuale mare di CaCO3. La sessione di restauro della vasca da bagno (perché non si può parlare di mera pulizia) era ampiamente risparmiabile: i cacciaviti dovrebbero servire a cacciare le viti, non a grattare via carbonato di calcio dal metacrilato. Così come la schiena umana dovrebbe servire a scopi altri rispetto allo stare curvi sulla vasca per lunghi periodi di tempo: difatti, se usata impropriamente, essa esigerà vendetta sul povero possessore della detta schiena.
E pensare che l'acqua del rubinetto vorrebbero persino farcela bere...
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