mercoledì 14 luglio 2010

Dura lex


Avere a che fare con le leggi della fisica e della matematica per troppo tempo tende ad avere un effetto che non so se chiamare "spiacevole": forse la parola più corretta è "imprevisto". Sapere che 3+1 fa 4, nel monoide commutativo (N, +) o che per qualsiasi due oggetti dotati di masse M e m, a distanza R, la loro forza gravitazionale d'attrazione è F= M*m* G /R^2, sempre, è una sensazione di potere indescrivibile. Le leggi sono leggi, nessuna possibilità d'errore, di interpretazione personale: l'individuo non conta niente, tu non conti niente, io non conto niente, quello che conta è quello che è.

Dicevo, l'effetto imprevisto sorge quando si va a considerare le altre "leggi": quelle dell'economia, o della giurisprudenza. Si tende a vederle come sorelle povere, deboli, piene di interpretazioni e di caveat, con la conseguenza o di downgradarle da leggi a suggerimenti, a "sarebbe meglio che", o viceversa di tentare di assolutizzarle, di privarle di qualsiasi margine d'errore: se ad Asheville nel North Carolina è illegale starnutire nelle strade cittadine, allora non si può fare, punto.

Tutto questo solo per dire che di Roman Polanski e della sua condanna per pedofilia non mi importa niente, e non mi importa sapere cosa ne pensi chiunque, davvero. Ognuno avrà una propria idea, che cozzerà clamorosamente con quella del vicino, col risultato che nessuna ha realmente alcun valore, se non per il proprietario. Ditemi semplicemente cosa prevede la legge americana, quella svizzera e quelle internazionali, e mi va bene così.

2 commenti:

Vonetzel ha detto...

Bel post,Spino.
Sfortunatamente le cose non sono così "semplici" come nel mondo dei numeri.
Mi piacerebbe molto...ma purtroppo non è così.
Detto questo...chissenefrega di Polanski!

Lu ha detto...

Chapeau al post: breve, conciso ma ben costruito e con un finale perfetto.
Di Polanski-uomo non mi frega granchè, ma ho i tuoi stessi interrogativi.