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Io sono un tipo ansioso.
Un po' ci sto venendo a patti, con questa mia condizione. In questi anni di dottorato, facendo presentazioni un po' in tutto il mondo, sono riuscito a ridurre le ore di blocco della digestione pre-talk da 48 a circa 1 e mezza.
La condizione di ansioso, qualunque ansioso lo sa, è comunque impossibile da debellare, non meno di quanto si possa riuscire a farsi crescere un terzo occhio dietro la testa: le coincidenze treno-treno devono essere almeno di 45 minuti, quelle aereo-aereo meglio se sopra le 7 ore, i documenti da presentare per una qualsiasi cosa nella mia mente devono essere consegnati settimane prima della deadline - poi non ci riesco mai, ma questo è un altro discorso.
Conosco persone che all'estremo opposto, sono
rilassate nei confronti della vita: "sì vabbè, abbiamo 15 minuti per l'altro treno, ci andiamo a prendere un caffè no? sì, vabbè siamo al binario 1 e l'altro treno parte dal binario 27, tanto sarà lì in fondo no? come dici? a Roma Termini i binari dal 27 al 31 sono in un piazzale diverso a più di mezzo chilometro di distanza? e vabbè, allora andiamo a prenderci sto caffè o no?"
Poi c'è Schifani. Uno che dà un nuovo significato alla parola "deadline", un significato al quale sono sicuro che l'architetto che ha inventato la parola deadline non pensava. Uno che
si augura cheprevalga sempre, nel rispetto delle regole, la sostanza rispetto alla forma, quando la forma non è essenziale.
La deadline, nell'accezione schifosa (intesa come "di Schifani". Ehi, solo pochi eletti hanno conseguito il diritto di avere un aggettivo personale: "felliniano", "zapatista", "schifoso"), è un suggerimento, un inessenziale orpello normativo ad un'essenziale presenza della sua propria lista alle elezioni. Non è proprio una "linea morta", quella di Schifani, diciamo che dorme, è assorta nei propri pensieri, reagisce poco.
Perché se la deadline fosse davvero "dead", sarebbe impossibile
che possa essere garantito il sacrosanto diritto di voto che dalla Costituzione è previsto per tutti i cittadini.
In questo caso la deadline - cattiva! - risorgerebbe dalla propria tomba ed agguerrita come una tigre andrebbe casa per casa a legare alle sedie tutti gli elettori del Pdl, nessuno escluso, impedendogli di andare alle urne.
Sarà. Voglio vedere cosa mi dirà il direttore del dipartimento se il 15 marzo non ho consegnato la tesi di dottorato. Spero quasi che abbia ragione Schifani.