Mattinata delirio.
Devo andare all'ufficio del rusco (
spazzatura per i non bolognofoni) per atti amministrativi che non vi sto a raccontare. Sul foglio c'è scritto di presentarsi in piazza Liber Paradisus 10. Mai sentita. Mah.
Via di
tuttocittà.it per sapere dove si trova sta cavolo di piazza.
Nessun riscontro.
Misteri della fede.
Oh oh. Ok, andiamo su
viamichelin.it.
Nessun riscontro.
Misteri della fede.
Iniziano a sorgermi dei dubbi. Proviamo con
Google Maps.
Diversi riscontri sparsi per tutta Bologna. Quello più diretto sembra portarmi in centro. Piazza Liber Paradisus in centro? No, non ci credo, non può essere.
Misteri della fede.
Cerco con
plain Google e riesco a capire, destreggiandomi tra informazioni inutili, che piazza Liber Paradisus è il nome della nuovissima piazza su cui sorge il nuovissimo Comune di Bologna.
Come in ogni città che si rispetti, il comune di Bologna è stato per
secoli in centro, nella piazza principale, accanto alla chiesa madre, sacro e profano come volevano i nostri saggi antenati medievali.
Finora.
Ora hanno deciso che no, non può più stare lì, comodo ad arrivare per tutti, in un bel palazzo medievale. No, bisogna assolutamente spendere milioni di euro per costruire una nuova sede, tutta vetro e acciaio, Torri A e B e C, soluzioni ingegneristiche ardite per solleticare lo smisurato ego di un inutile architetto che aveva già dato infima prova di sé nel più orribile esperimento architettonico a memoria d'uomo (dopo la Torre Eiffel, ovvio): le
Gocce di via Rizzoli.
Misteri della fede.
Un progetto così non può ovviamente trovare spazio in centro, perciò è stato costruito in culonia. Ci vado in auto? Neanche per idea: l'auto è dal meccanico. L'autobus è d'uopo.
Vado sul sito dell'ATC, per sapere che autobus arrivano là. Ovviamente, di piazza Liber Paradisus neanche l'ombra.
Misteri della fede.
Il fatto è che il trasferimento degli uffici è cosa recentissima. Praticamente si son trasferiti quattro minuti fa: riuscivo quasi a vedere gli impiegati con gli scatoloni che correvano per via Indipendenza per raggiungere il nuovo edificio comunale.
Vado dal tabaccaio a comprare un biglietto dell'autobus. Il tizio esce appena prima che io entri urlando "Devo andareeee in baaaagnooooo!". Wow. Sticazzi. Ecchissenefrega non ce lo metti?
Entro nel negozio e, mentre una musichetta
lounge talmente brutta da indurre al suicidio mi intratteneva, un vecchietto dall'aria malmessa mi fa: "Torna shubito, sha?". Roteando gli occhi per la disperazione leggo un cartello dietro al banco con su scritto: "Chi ha premura faccia il favore di tornare accompagnato dalla calma". Al che ho capito che sarebbe stata una cosa decisamente lunga, e prima di pigliare a testate il vecchietto me ne sono andato.
Misteri della fede.
Trovo l'autobus. Un 17 il cui conducente era simpatico come un pugno. Appena prima di scendere un tizio mi fa: "Scusi ma lei è un insegnante vero?"
Spinoza: "Ma dice a me?"
Stordito: "Sì, è un insegnante vero?
Spinoza: "Ma direi di no. Magari".
Stordito: "Ma come magari? Gli insegnanti sono tutti precari. Le piacerebbe essere un precario?"
Spinoza: "Sono già un precario. Secondo lei sognerei di essere un altro precario? 'Magari' fossi un insegnante di ruolo"
Stordito: "Ah mi scusi".
Delirio. Misteri della fede.
Arrivo al Comune. La tipa delle info, gentile come un pugno - parente all'autista, forse - mi indirizza verso l'ufficio giusto, dove una tizia simpatica e gentile - sul serio, non è uno scherzo, almeno stavolta - mi espleta tutte le pratiche. Ci siamo perfino messi a chiacchierare di Jesi, che ha letto sulla mia carta d'identità, dal momento che conosceva la città e gente di quelle parti.
Tutto questo mentre quello dell'ufficio a fianco sbraita contro una povera coppietta di anziani che non capiva bene tutte le informazioni, e la tipa delle info sbraita contro un tizio che non vuole darle i dati
per la privacy. "Ma che privacy e privacy! Non è neanche una parola italiana!"
Un giorno qualcuno mi spiegherà perché i dipendenti comunali lavorano solo 4 ore al giorno e sono pure incazzosi. L'unica gentile, quella che è capitata a me, era sulla sedia a rotelle, ma aveva un sorriso da parte a parte.
Misteri della fede.