martedì 27 luglio 2010

Sulla lama del rasoio


Mi sa che non ho più molto da dire. Più passa il tempo, più leggo quel che succede, più le mie idee si fanno estremiste, e questo mi spaventa un po'. I suicidi in carcere, che sembrano preoccupare un po' tutti, a me non smuovono una virgola. Neanche i morti alla Love Parade mi toccano: l'unica cosa che mi viene in mente è "se non vi piace il caldo non state in cucina". Mi fanno lo stesso effetto di Taricone che si butta col paracadute e si schianta: peggio per lui, se l'è andata a cercare.
Non prendo neanche più in considerazione qualcuno che parla di religione, penso che sia l'origine di tutti i mali. C'è sempre meno cultura, cinema, musica, che riesca ad apprezzare. Non sopporto più niente e nessuno. Non ho più empatia. Arrivasse Deckard e mi facesse il test del Voigt-Kampff, credo mi ritirerebbe come androide.

Non mi piace tutto questo, affatto. Però è così.

lunedì 19 luglio 2010

Il salto dello squalo, quarta serie


… ovvero, come una intera stagione possa essere un unico, lungo, ininterrotto salto dello squalo.

Lo so che avevo detto che Il salto dello squalo sarebbe stata una rubrica annuale, ma non posso aspettare un anno per parlare di Eureka, la serie tv di fantascienza del canale Syfy che è ambientata in una cittadina americana supersegreta che in realtà è un laboratorio scientifico dove i migliori scienziati del Paese fanno ricerche scientifiche avveniristiche.

Cominciamo subito col dire che ci sono alcune cose che una serie televisiva deve evitare a tutti i costi:

  1. cancellare un personaggio secondario senza spiegazioni;
  2. riproporre un personaggio morto con spiegazioni cervellotiche;
  3. introdurre un villain con motivazioni misteriose e risolverlo a tarallucci e vino;
  4. accorgersi che la storia sta prendendo una direzione non voluta e cambiarla di colpo;
  5. fare smaccatamente pubblicità;
  6. cambiare la continuità.

Eureka per due intere stagioni aveva evitato brillantemente tutto ciò. Le relazioni erano gestite con molta delicatezza e in maniera credibile, tutto succedeva naturalmente: l’avvicinamento tra il protagonista Carter e Allison, quest’ultima che pian piano si riavvicina al suo ex-marito, Carter che coi piedi di piombissimo prova a uscire con un’altra donna e le cose sembrano funzionare. Anche dal punto di vista della trama, è tutto abbastanza sensato: c'è il “disastro della settimana”, ovviamente, da sventare, ma ci sono anche sottotrame interessanti e lunghe diverse puntate, se non tutta la stagione.

La terza stagione distrugge tutto completamente. Vediamo come:

  1. Il personaggio della ragazza del lavasecco con cui Carter usciva alla fine della stagione viene completamente tagliato, senza una spiegazione, come se non fosse mai successo. In misura minore, anche il personaggio di Taggart scompare senza spiegazione per poi riapparire dopo 17 puntate dicendo di esser stato in Russia a fare trivellazioni sul ghiaccio. Anche il personaggio di Julia, la ragazza di Fargo, scompare per alcune puntate per poi ritornare più tardi;
  2. questo ha dell’incredibile. Kim, la compagna di Henry, muore per ben tre volte nel corso della serie. Prima muore per colpa dell’Artefatto, poi Henry torna indietro nel tempo per salvarla ma Carter lo blocca per salvare il continuum temporale e rimuore, poi incredibilmente ritorna come robot organico costruito da una navicella spaziale umana come computer di riserva nel quale immagazzinare i dati di 20 anni di volo tra le stelle. Il robot Kim viene fatto rimorire per la terza volta nel tentativo di estrarre i dati dal suo cervello, e Henry rimane “vedovo” della stessa persona per la terza volta. Gli sceneggiatori devono davvero odiarlo.
  3. nella terza stagione il villain è la misteriosa Thorne, che arriva per dirigere le ricerche scientifiche della cittadina ma in realtà ha un misterioso secondo fine. Carter intuisce qualcosa e cerca di far confessare la Thorne che si trincera decine di volte dietro il classico “top secret”. Alla fine si scopre semplicemente che non era cattiva ma voleva sigillare un edificio dove c’era una specie di “siero della vecchiaia” che fa invecchiare le persone in un mese, che aveva ucciso suo fratello anni prima. Tutto qua. Poteva dirlo subito e risparmiarci il suo stupido mistero.
  4. questo si riallaccia a 1., volendo. Per tutta la durata dello show gli sceneggiatori costruiscono la storia tra Carter e Allison senza mai farla sbocciare. Una relazione stabile tra Carter e la ragazza del lavasecco l’avrebbe allontanato troppo da Allison, così come il ritorno di fiamma tra lei e l’ex-marito. Che fare dunque? Niente, la tizia del lavasecco non è mai esistita e l’ex-marito di Allison muore in maniera stupidissima, il giorno delle nuove nozze con Allison, salvando il mondo facendo una cosa che solo lui poteva fare: attaccare due prese usb. Letteralmente. Lui scompare in una nuvola di fotoni per l’anima del cazzo, un compito che poteva fare qualunque comparsa o robottino in circolazione. E’ anche vero che l’attrice che impersona Allison era incinta, e marito e figlio l’avrebbero definitivamente allontanata da Carter. Quindi che fare? Teniamo il figlio e ammazziamo il marito.
  5. lo show è finanziato da due sponsor, Cisco system (che compare abbastanza spesso quando i personaggi usano pc o telefoni) e soprattutto una marca di deodoranti bene inquadrati quando qualcuno fa una doccia. La cosa assurda è che un’intera puntata è basata sulle proprietà di questi deodoranti: quando sopra Eureka si forma un altro sole, e tutti sudano come bestie, i personaggi che usano questo deodorante sono freschi come rose. PATETICO.
  6. in realtà succede una sola volta ma mi ha dato abbastanza fastidio. In una puntata si dice che tutti i progetti abbandonati non vengono distrutti ma messi in un magazzino speciale. La puntata ha proprio questo come punto di partenza, visto che Fargo usa inavvertitamente uno di questi aggeggi e scatena il putiferio. Nella terza stagione, invece, in un’altra puntata si dice che tutti i progetti abbandonati vengono riciclati, anche questo è centrale nella storia (il riciclatore ruberà alcuni oggetti per scatenare un altro putiferio).

Se non è salto dello squalo questo…

giovedì 15 luglio 2010

Tempo sprecato


Una battuta che ho sentito qualche tempo fa:

Ci sono due tizi su un pallone aerostatico, che per un problema finiscono fuori rotta e si perdono. Riescono a manovrare l'aeromobile quel tanto che basta per arrivare a portata di voce di una persona a terra, così gli urlano: "Scusi, ci può dire dove siamo?" Quello ci pensa un po' su e poi, appena prima che il pallone si allontani, urla loro di rimando: "Siete su una mongolfiera!"

Il mondo è pieno di persone così, che hanno la risposta giusta ma che non serve assolutamente a niente (per la cronaca, la barzelletta continuava con i due sulla mongolfiera che arrivavano alla conclusione che per questi motivi il tizio a terra doveva essere un matematico). Uno di questi è il tizio che ha scritto oggi a Severgnini sul Corriere, che punta il dito contro quelli che hanno fretta, che corrono, perché non si "godrebbero il mondo", che "non sono padroni del proprio tempo" perché "il tempo è la vera ricchezza".

Ditemi voi se avete mai letto niente di più banale.

Come se uno poi, provasse piacere a correre tutto il giorno, come se uno non corresse per finire più in fretta quello che è necessario che faccia per dedicarsi di più a quello che vuole fare. "Il massimo segno di volgarità, oggi, è la fretta"; bè, scusami se qualcuno ha di meglio da fare che aspettare i tuoi comodi.
Come quella volta che sono entrato in una tabaccheria cercando un biglietto dell'autobus che partiva di lì a momenti: il proprietario non c'era, era in bagno, o a farsi un panino non lo so, ma c'era una targhetta con scritto: "Se entrate con la fretta, si prega di ritornare con la calma".

Quindi, o tu che scrivi a Severgnini, che hai così tanto tempo da sfruttare... perché non lo usi per pensare prima di scrivere stronzate?

mercoledì 14 luglio 2010

Dura lex


Avere a che fare con le leggi della fisica e della matematica per troppo tempo tende ad avere un effetto che non so se chiamare "spiacevole": forse la parola più corretta è "imprevisto". Sapere che 3+1 fa 4, nel monoide commutativo (N, +) o che per qualsiasi due oggetti dotati di masse M e m, a distanza R, la loro forza gravitazionale d'attrazione è F= M*m* G /R^2, sempre, è una sensazione di potere indescrivibile. Le leggi sono leggi, nessuna possibilità d'errore, di interpretazione personale: l'individuo non conta niente, tu non conti niente, io non conto niente, quello che conta è quello che è.

Dicevo, l'effetto imprevisto sorge quando si va a considerare le altre "leggi": quelle dell'economia, o della giurisprudenza. Si tende a vederle come sorelle povere, deboli, piene di interpretazioni e di caveat, con la conseguenza o di downgradarle da leggi a suggerimenti, a "sarebbe meglio che", o viceversa di tentare di assolutizzarle, di privarle di qualsiasi margine d'errore: se ad Asheville nel North Carolina è illegale starnutire nelle strade cittadine, allora non si può fare, punto.

Tutto questo solo per dire che di Roman Polanski e della sua condanna per pedofilia non mi importa niente, e non mi importa sapere cosa ne pensi chiunque, davvero. Ognuno avrà una propria idea, che cozzerà clamorosamente con quella del vicino, col risultato che nessuna ha realmente alcun valore, se non per il proprietario. Ditemi semplicemente cosa prevede la legge americana, quella svizzera e quelle internazionali, e mi va bene così.

venerdì 9 luglio 2010

Spin-off, stagione 12


Con la consulenza dell'amico astromat, che è vivo e vegeto nonostante il suo blog non venga aggiornato da ere geologiche, lo spin-off di quest'oggi ha un sapore retrò: alla vostra sinistra il regista Roman Polanski, che non si sa più che fine abbia fatto dopo l'arresto in Svizzera, mentre alla vostra destra il suo spin-off, l'ex tennista Bjorn Borg.

mercoledì 7 luglio 2010

Pesce di babele


Diario del capitano, data astrale 201007.7

Sono passati ormai molti mesi da quando siamo arrivati su questo remoto pianeta. Abbiamo studiato dall'orbita le sue forme di vita e le loro culture, le lingue parlate, e abbiamo testato il nuovo traduttore universale che sembrava funzionare egregiamente. Siamo riusciti a conoscere il nome del pianeta in tutte le loro lingue: in alcune è Zjemlja, con alcune varianti (Zeme, Zjamlja), in altre Maa, in altre ancora Terra o Tierra, in quelle più diffuse Earth, Erde, Jorden e simili.

Eravamo pronti finalmente al primo contatto, volevamo scendere in una piccola città del continente che chiamano Europa, Bologna. Avevamo iniziato la discesa, quando uno dei nostri telescopi ha captato delle immagini che ci hanno rivelato che il nostro traduttore non è ancora a punto, per cui siamo ritornati in orbita e abbiamo iniziato a rivedere la programmazione del traduttore, anche se finora non abbiamo individuato l'errore.

Il telescopio ha mostrato un adulto della specie dominante, chiamata "umani", strattonare con forza un cucciolo della stessa specie ("bambini", li chiamano), dell'apparente età di circa 6 o 7 rivoluzioni terrestri. Alla fine l'adulto ha preso di peso, sollevandolo per un braccio, il cucciolo, terrorizzato e piangente, e l'ha portato via con sé. Alla scena hanno assistito molti altri adulti che non hanno fatto niente, compreso un giovane esemplare che portava le insegne distintive di una organizzazione, che il nostro traduttore ha tradotto come "Save the children", cioè "Salviamo i bambini".

Ovviamente il nostro traduttore ha dei problemi, non può essere la traduzione giusta.
Non possiamo rischiare il contatto senza il traduttore messo a punto, rischieremmo un'incomprensione interstellare. Se non riusciremo a trovare l'errore saremo costretti a partire, per sempre.

Qui il capitano, passo e chiudo.

lunedì 5 luglio 2010

Il salto dello squalo, terza serie


Quella che doveva essere una rubrica più o meno regolare, Il salto dello squalo, si sta rivelando in realtà una rubrica davvero regolare: una puntata all'anno, e passa la paura. Quest'anno parliamo probabilmente del salto dello squalo più veloce della storia delle serie televisive.

Persons unknown doveva essere, nelle intenzioni degli autori, una sorta di toccasana per tutti coloro che si sentono orfani di Lost. Ora, dopo le palate di merda che Lost ha scagliato sul suo pubblico, che spesso le ha accolte come fossero pepite d'oro, per tirare su gli animi sarebbe dovuta bastare anche una semplice scrollatina di pipì: non è difficile, dai.

Persons unknown rende programmatico tutto quello che in Lost invece è criptico: persone rapite senza un perché, ambientazione ricostruita, gli uni che vengono messi contro gli altri. Finalmente speravo in una serie misteriosa dove gli eventi accadono con un perché, e soprattutto senza divinazioni ultraterrene e magie. Partiva piuttosto bene, insomma.

Tutto questo fino alla seconda puntata, (sì, la seconda), dove i nostri riescono a scappare dalla sonic fence (Lost, anyone?) andando dritti per dritti per poi ritrovarsi, dopo un lampo di luce, al punto di partenza.

Ma andate a cacare, va'.

venerdì 2 luglio 2010

Monomaniawiki

I miei sensi di ragno mi fanno intuire che forse c'è il Palio di Provenzano, dovunque e qualunque cosa esso sia.
Certo che mi lascia un po' perplesso il fatto che nel mondo non sia successo nient'altro oggi. Bè, nessuna nuova, buona nuova.